Sono contento del civile chiarimento e le auguro buon proseguimento, in ogni caso mi rallegra sapere che in Italia vi è ancora gente come lei che fa funzionare il cervello non recependo passivamente le sollecitazioni della realtà ed esercitando lo spirito critico. Grazie e ancora buon proseguimento.
Gentile Comelli,
raccolgo l'annotazione e la condivido. In ogni caso, non mi riferivo tanto al fatto che lei credesse nell'esistenza di un capitalismo puro, quanto al fatto che attribuisse a quel capitalismo, che io definisco "decente" ( per il mio mestiere ho frequentato sia quello molto, molto grande che quello molto, molto piccolo ), il carattere di "nobiltà".
Per terminare anch'io con un'annotazione alla sua conclusione: io non sono né contento, né scontento. Non mi compiaccio mai delle mie opinioni. Qualche volta, forse, delle mie intuizioni, se si realizzano. Questo sì, lo confesso.
A volte dico cose che si rivelano fondate, talaltra prendo solenni cantonate. Ma lascio sempre, se possibile, che siano gli avvenimenti, la realtà, il tempo a fare giustizia delle opinioni.
Gentile Zarotti, non sono molto d'accordo con quanto lei afferma, anzi, non lo sono per niente. Ma ovviamente ben venga il confronto in questo sito se mantenuto in termini civili come lei mi sembra fare. Comunque il fatto che lei non abbia mai visto un capitalismo puro la deve forse indurre a guardare meglio, a quella piccola imprenditoria sana che genera ogni giorno ricchezza per il paese nel silenzio e scevra da facili protagonismi e nell'indifferenza di una classe politica miope. Mi consenta un'annotazione finale di ordine metodologico: le idee degli altri non si tollerano, si rispettano. Se lei parla di tolleranza si mette su un piedistallo e qui, mi consenta, commette un grandissimo errore. Ma contento lei...
Nell'ascoltare - e leggere - con attenzione idee diverse dalle mie credo di essere sempre molto tollerante.
Non amo il comunismo. Quanto al capitalismo, però, non ne ho mai visto uno allo stato "puro", come quello a cui fa riferimento Cristiano. Un capitalismo che: "congiunto all'etica dei comportamenti" generi vantaggi e prosperità per tutti. Parlare poi di "nobiltà" del capitalismo mi sembra davvero grossa.
Un altro che maledice il capitalismo confondendolo con la sua errata, scriteriata applicazione. Il comunismo aveva in se stesso la propria dissoluzione pretendendo di decidere per gli altri ed essendo quindi liberticida, il capitalismo, invece, ha nella libertà il proprio elemento principe e come tale è più insidioso e meno determinabile. Ma in ogni caso, congiunto all'etica nei comportamenti, genera vantaggi e prosperità per tutti. Certo se è sfruttamento è un'altra cosa. Ma a quel punto, non lo si chiami più capitalismo perchè ha perduto tutta la propria nobiltà.
il 04/12/2013 14:32
Il capitalismo continua a divirare la povera gente, mentre una minoranza continua ad accumulare infinite ricchezze.
Tutto quello che ci faceva paura del comunismo - che avremmo perno le nostre case e i nostri risparmi, che ci avrebbero costretti a lavorare tutto il tempo per un salario scarso e non avremmo avuto alcuna voce contro il sistema - è diventato realtà grazie al capitalismo.
Magari! Da questo si deduce che Bukowski, in fondo, era un ottimista. Certo, il capitalismo, di tanto in tanto, entra in confusione. Ma ciò che per la stragrande maggioranza di noi si presenta come vera e propria crisi, per il grande capitale non è altro che un momento di riorganizzazione. Riassestamento. I salassi subiti, oggi, anche dai ceti medi sono solo prelievi di sangue forzosi praticati ad arte per garantire, e se possibile migliorare, la vita superagiata di pochi.
Troppo lungimirante per essere compreso ed amato nella sua epoca.
il 18/12/2010 22:45
Ancora il capitalismo ha da sparare altre cartucce. Il giorno che gli attuali testimoni che hanno conquistato un po' di benessere saranno morti, le nuove generazioni senza il sostegno delle vecchie saranno dei disperati e per il capitalismo saranno cazzi acidi!
È la disperazione che genera le rivoluzioni non il benessere. E l'egoismo e la bramosia di guadagno nei tempi difficili metteranno i capitalisti uno contro gli altri e si distruggeranno a vicenda. Poi si ripartirà da capo sperando che la lezione sia servita!
il 07/11/2010 16:03
Prima distruggo attorno di me. Dopo mi divoro da solo.
il 15/08/2010 15:30
I capitalisti sono tutti comunisti, purché iscritti alla stessa comune.
il 02/08/2010 20:00
Il capitalismo non ha mai trovato e... cercato, un suo equilibrio e questo verrà pagato molto caro da chi lo vivrà senza poterlo gestire.
Frase di grande lungimiranza, dove non vi sono equilibri è inevitabile il crollo, la pretesa è sempre la stessa: "Avere la moglie ubriaca e la botte piena" che intellingentoni