Leggo molti commenti critici, che scivolano sul punto debole della corruzione, della politica come difesa di interessi personali.
Invece Cicerone dice una cosa ovvia di carattere generale, direi filosofica.
Purtroppo, nell'organizzazione della società, ma anche del mercato, ci sono ruoli diversi e già questo pone alcuni in posizione di privilegio rispetto agli altri.
Quello che dovrebbe essere consentito e reso possibile (facilitato) è il passaggio da una posizione ad un'altra.
Ed io figlio di operaio, orfano e povero, sono riuscito a scalare alcuni gradini... tanti lo hanno fatto anche se con sacrifici.
Ecco dovrebbe esssere più facile.
Per quanto riguarda la morale, vale per tutti. Nessuno può chiamarsi fuori.
il 27/08/2011 23:23
Non credo che Cicerone sarebbe sopravvissuto a lungo nella nostra società...
Caro Cicerone hai fatto scuola ai nostri politici.
Non si sono lasciati sfuggire il tuo pensiero.
Se poi parliamo di privilegi che si sono PRESI il mio fegato non regge.
Non si reclama i privilegi di alcuni quando fanno onestamente e con passione gli interessi della società, perché questo dovrebbero fare, purtroppo di tutto accade tranne che utilizzare il loro potere per l'utilità comune
il 07/11/2010 10:12
Se vuoi stare dentro i canali societari non si hanno alternative. Per gestire si deve scegliere anche per gli altri. Quello che non mi piace è il fatto di non dare l'opportunità di appartenere o meno alla società. Nel senso che se viene data l'opportunità di non appartenenza (scegliere di non appartenere toglie anche i diritti, tra cui: assistenza sanitaria, previdenza sociale; beni comuni in genere). La possibilità di non appartenenza comporta anche il non essere censito. Per la società non hai nome, cognome, non risiedi in nessun luogo. Se così fosse il soggetto sarebbe comunque limitato a vivere nei confini delle strutture civilizzate (quindi comunque non libero). Difatti non ti sarebbe permesso di circolare senza documenti o permessi di soggiorno; ad esempio.
Cosa voglio semplicemente dire è che ognuno in verità vende quella parte di sé anarchica per i vantaggi che comporta il vivere il senso comune (con tutte le tutele al suo seguito). Per il resto o ci si adatta o si soffre; ed è questo che credo dovrebbe essere preso maggiormente in considerazione in questo nuovo millennio.
Come sempre questi Giganti del pensiero la vedevano tristemente bene. Mi fa arbbia che i privilegi siano solo per pochi, ma in fondo si potrebbero colorare positivamente questa affermazione nel senso che il privilegio non è solo uno stato economico, ma potrebbe anche essere uno stato mentale, psicologico, culturale, ed allora sarebbe bello poter scrivere che il benessere sarebbe giusto per chi se lo merita e se lo è onestamente conquistato sapendo che solo in pochi potrebbero accedervi, perchè troppo spesso desideriamo ma non vogliamo sottoporci ai sacrifici che tale desiderio ci impone...
il 07/03/2010 13:00
Non è cambiato poi molto dai tempi di Cicerone.
il 18/12/2009 18:18
Immenso Cicerone... ma io sarei per l'anarchia delle affinità elettive