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Per uno scrittore creativo, possedere la verità è meno importante di una sincerità emozionale

 


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9 commenti    

9 commenti:

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  • massimo vaj il 06/05/2014 19:26
    Comunque, e mi spiace contraddire Orwell, la verità la si può vedere, più raramente comprendere nei suoi princìpi costitutivi, ma mai inventare né possedere. In tutti i casi il conoscerla non ostacola la creatività, anzi... la può favorire perché chi scrive conoscendo il vero conosce più di chi non sa cosa il vero sia.
  • massimo vaj il 06/05/2014 19:23
    Purtroppo è così, e mi vedo costretto a citare un esempio a casaccio... io, che conosco la verità, sto sulle balle persino al cane dei vicini che neppure sa leggere.
  • Gianni Spadavecchia il 29/11/2012 06:25
    Si credo proprio che sia così!
  • AGOSTINO il 21/11/2012 20:01
    non ci sono paragoni la sincerità emozionale sgorga dal tuo istinto la verità è palese se accertata.
  • Donato Delfin8 il 22/06/2011 22:36
    D'accordissmo...
    ottima Cesira, Rovena e Prof sottoscrivo!
  • rosaria esposito il 15/06/2011 19:21
    sì, la sincerità emozionale è l'unica che dà potenza alla parola scritta.
  • Rovena Bocci il 21/04/2011 19:42
    Si, la verità non è necessaria quando l'invenzione di un fatto è ricreazione. Si ricrea, quando qualcosa piace, avvince, appassiona. Allora si. Allora non si è sprecato inchiostro e tempo invano.
  • il 02/03/2010 10:43
    Orwell ha erroneamente invertito il soggetto col suo complemento. Per lo scrittore conoscere la verità è la cosa più importante, ma non in funzione del rivelarla, bensì del viverla. Mi rifiuto di pensare che Orwell sia convinto che sarebbe meglio essere un fenomeno da baraccone solo allo scopo di essere letto.
  • Cesira Sinibaldi il 20/01/2010 22:38
    Dallo scienziato si esige una verità, seppure provvisoria, ma dallo scrittore si attende emozione!