No, è ciò che si intende sia l'esistenza a essere copiata. Alcuni autori copiano altri che a loro volta hanno copiato altri, ma inevitabilmente si finisce a sbattere contro il petto di chi ha scritto per primo, e costui ha scritto copiando ciò che ha ascoltato da altri che hanno ascoltato a loro volta da altri ancora e si finisce con lo sbattere contro il petto di chi era muto
Quanto asserisce Borges è riferibile forse a questi tempi, almeno in parte certo non del tutto, ma non ai tempi andati. Il fatto è che, a mio modesto avviso, manca l'apporto di libero pensiero che sorreggeva un tempo l'uomo; oggi, per il timore di partorire nuove idee, talora ci si aggrappa al già detto, e in questo senso si perde del tempo a esercitare un vacuo lavoro di copiatura quando lo si potrebbe invece utilmente investire nel cercare di dare nuove idee al mondo. È una sfida non facile, ma doverosa da affrontare.