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Risalire quel fiume era come compiere un viaggio indietro nel tempo, ai primordi del mondo, quando la vegetazione spadroneggiava sulla terra e i grandi alberi erano sovrani. Un corso d'acqua vuoto, un silenzio assoluto, una foresta impenetrabile; l'aria calda, spessa, greve, immota. Non c'era gioia nello splendere del sole. Deserte, le lunghe distese d'acqua si perdevano nell'oscurità di adombrate distanze

 


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2 commenti    

2 commenti:

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  • Rosa Maria Marongiu il 23/12/2012 23:36
    La straordinaria capacità di Conrad di descrivere paesaggi reali che si stampano nella mente con luci, ombre, forme, sensazioni visive, tattili e olfattive, dove ogni elemento descritto corrisponde a simboli e a percorsi interiori. Il tenebroso fiume Congo è la metafora di un percorso all'interno dell'animo umano, dove si scoprono angoli e aspetti oscuri che non vorremmo scoprire, ma sono i nostri istinti primordiali che vengono alla luce nelle peggiori manifestazioni dell'essere umano.
  • ELISA DURANTE il 18/08/2011 18:36
    Chissà di quale fiume parlava... avrei tanto desiderio di saperlo... Descrizione meravigliosa!