Se si fa qualcosa in buona fede, e non per fare del male a qualcuno, alla fine si è sempre rispettati.
Se sento qualcuno che pontifica, alzo i tacchi e me ne vado.
Il mio sogno sarebbe un harem con quindici fidanzati e nessun marito.
Quando mi raccontano di sesso nei camper, di stupefacenti, di ammucchiate strane, io quasi non ci credo: io il massimo dell'erotismo l'ho fatto appoggiata per terra.
Oggi è complicato parlare d'amore, o peggio dettare regole sull'amore. Per me è meglio incontrare un uomo a 40 anni, ma è soggettivo. Su questo argomento, ci hanno già raccontato un sacco di cavolate.
Il mio mestiere abbraccia il diavolo e l'acqua santa, ma si può sempre restare corretti e puntare sulla qualità delle cose e delle persone.
Io amo molto le province. Molto più delle grandi città. Perché continuano ad essere l'unico posto in cui c'è ancora molto pathos, un'emozione palpitante che gestisce in maniera più forte la realtà. Siccome io vengo dalla provincia rivendico molto questo aspetto. Credo che la provincia riesca ancora a tutelare dei rapporti emotivi e sentimentali fondamentali. C'è maggiore rispetto per l'individuo.
Tanti problemi nascono per il nostro io che non ci fa guardare le vere emergenze che ci stanno attorno. Se ci si incaponisce in una delusione personale è la fine, sta a noi renderci l'esistenza positiva o negativa.
Provo un profondo rispetto per i testi sacri. Lo stesso rispetto con cui guardo alla Costituzione. Ma alla Bibbia si sono aggiunte tante cose: moralismi, orpelli retorici, elementi che poi diventano strumento di controllo e portano la gente ad agire senza convinzione o a ingannare se stessa.
La correttezza è l'unico elemento che garantisce la costruzione di una vita serena e di una società sana.