L'ubriachezza non è altro che volontaria follia
Dicono che Cratere, discepolo di quello Stilbone, da me menzionato nella precedente lettera, avendo visto un giovincello passeggiare in un luogo isolato, gli domandò che facesse lì solo. "Parlo con me" fu la risposta. E di rimando Cratere: "Sta bene attento, te ne prego; tu parli con un cattivo soggetto". [...]
Chi è privo della saggezza non deve essere lasciato in balia di se stesso.
Non temiamo la morte, ma il pensiero della morte.
Innanzi tutto è più facile respingere il male che governarlo, non accoglierlo che moderarlo una volta accolto, perché, quando si è insediato da padrone in un animo, diventa più forte di chi dovrebbe governarlo e non si lascia troncare ne rimpicciolire
Ho vissuto abbastanza; ora, sazio, aspetto la morte.
Se vuoi credere a coloro che penetrano più profondamente la verità, tutta la vita è un supplizio. Gettàti in questo mare profondo e tempestoso, agitato da alterne maree, e che ora ci solleva con improvvise impennate, ora ci precipita giù con danni maggiori dei presenti vantaggi e senza sosta ci sballotta, non stiamo mai fermi in un luogo stabile, siamo sospesi e fluttuiamo e urtiamo l'uno contro l'altro, e talvolta facciamo naufragio, sempre lo temiamo; per chi naviga in questo mare così tempestoso ed esposto a tutti i fortunali, non vi è altro porto che la morte.
Ci vuole tutta la vita per imparare a vivere e, quel che forse sembrerà più strano, ci vuole tutta la vita per imparare a morire
Nessuno è più infelice che la maggior parte di quelli che sono generalmente ritenuti felici
Chi è temuto teme: non può starsene tranquillo chi è oggetto della paura altrui.
Anche nel dolore v'è un certo decoro, e lo deve serbare chi è saggio