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La nostra capacità di essere disgustati, lasciami osservare, varia in proporzione ai nostri desideri; cioè in proporzione all'intensità dei nostri attaccamenti alle cose del mondo.

 


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4 commenti    

4 commenti:

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  • massimo vaj il 19/05/2014 11:40
    Quello del disgusto verso i fatti della vita è un tasto delicato perché coinvolge la qualità di ciò che ognuno è. Il punto di vista adottato da Thomas Mann non è corretto che da una ristretta visuale, quella riferita al desiderio, ma quest'ultimo non è l'unico riferimento possibile verso cui orientare il disgusto verso le ingiustizie. Una persona prova meno disgusto maggiore è il suo grado di consapevolezza delle ragioni che motivano l'esistenza a essere quello che è, cioè anche preda della malvagità delle persone. Non è indifferenza, ma è la particolare pazienza data dal conoscere i princìpi dell'esistenza, che inclina a non avere fretta nel trarre giudizi. Questo perché la verità impedisce alla falsità di costruire coperchi per le pentole nelle quali la realtà ribolle.
  • anna il 04/03/2014 16:45
    vero... bello
  • il 24/12/2011 17:16
    Dire attaccamento sembra quasi morboso... io avrei detto "unione con le cose del mondo"... amore...
  • patrizia chini il 18/09/2011 16:06
    vero... se l'interesse è minino, minimo sarà il disgusto...
    se l'interesse è alto... tale sarà il disgusto