Certo!!! C'erano al tempo di Saba e ci sono ancora, quelli che scrivono <artifici> solo per fare effetto, in realtà non dicono niente, e la maggior parte dei lettori fa finta di capire qualcosa; questo fa male ai poeti, alla poesia non fa ne caldo ne freddo.
Essere poeta significa, soprattutto, fare risuonare dietro le parole la parola primordiale, rianimata dal processo creativo. La poesia, ha la possibilità, come l'inconscio, di "dire" l'"indicibile". La poesia rispetta la grammatica dell'inconscio: nello spazio creativo esperienze, ancora balbettanti, si possono articolare sino a diventare comunicazione. Dalle poesie emergono bisogni, desideri, segreti e speranze che consentono - in maniera tanto immediata quanto profonda - di comprendere le peculiarità del proprio mondo.
il 02/04/2010 22:00
Si può fare sia poesia onesta sia disonesta: il lettore, poi, in base alla propria esperienza, deciderà. La poesia disonesta, comunque, può sopravvivere (se ben architettata) come quella onesta; e poi, a dirla tutta, siamo proprio sicuri che l'onestà, in poesia, aiuti la poesia ad essere ricordata?