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Non amore

Concedetemi per un attimo che rimanga da sola a riflettere ad un mondo irto di critiche, di suggerimenti, di modelli presuntuosi limitati del pensiero. Apriamo i nostri spazi mentali, divulghiamo i nostri incarichi di espressione non chiudiamo con fili spinati i confini del mondo. Ampliamo i nostri orizzonti di vedute, viaggiamo con la mente oltre i grandi rigori della morale, delle religioni, non tappiamoci le orecchie, parliamo con disinvoltura dei nostri peccati se tali si chiamano.

 

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4 recensioni:

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  • Anonimo il 29/09/2012 15:01
    quando rifletti dici cose intelligenti con una leggerezza invidiabile... bravissima!
  • Rocco Michele LETTINI il 28/09/2012 17:41
    Gridalo pure... questo Tuo aforisma... splendido nel suo splendore...
    IL MIO
    AUGUSTA
  • rea pasquale il 28/09/2012 16:29
    Non dobbiamo permettere che la morale ci impoverisca. Se vuoi aprire i tuoi spazi, puoi concederti il non pensiero, il vuoto.
    brava, saluti.
  • Anonimo il 28/09/2012 15:57
    ci sono cose che nemmeno immaginiamo, mondi sconosciuti oltre lo spazio, fuori dal tempo, quello che chiedi purtroppo è utopia, come è utopia (secondo me ovviamente) conoscere sapere e capire cio' che ci circonda, cio' che ci attraversa nell'invisibile... il tuo è comunque un urlo di protesta che approvo totalmente... ciao

23 commenti:

  • augusta il 07/10/2012 10:56
    bellissima lolita... grazie... 1 beso
  • Lolita il 07/10/2012 10:42
    "... incarichi di espressione..." ... adorabile!!!!!!!!!
    Sempre Sorprendente Augusta
  • Luana D'Onghia il 06/10/2012 13:36
    Che cosa intendo per essere?
    Allora, scolasticamente l'essere viene spiegato come forma, ovvero, è il corpo che ogni ente possiede. Personalmente, invece, ritengo che l'essere sia pensiero. L'essere dell'ameba non viene creato dall'ameba stessa, ma da noi che, osservandola, le diamo i connotati dell'essere ameba. L'essere è una funzione e per riconoscersi tale ha bisogno di altri enti che le diano una dignità logica. Ovviamente, quell'ameba avrà tanti essere quanti saranno gli occhi che la vedranno. E senza il microscopio che permette di riconoscerla, è come se non esistesse.
  • Luana D'Onghia il 06/10/2012 13:26
    E io, invece, perseguo l'altro motto socratico: "So di non sapere". Tutto è relativo e il nostro tutto può essere un niente per un'altra persona. Noi non siamo liberi, perchè il Caso inevitabilmente ci deforma e ci violenta nella quotidianità, tuttavia da questa esperienza noi siamo in grado di costruire un pensiero su tutto. E quel tutto, nel momento in cui viene pensato, diventa effettivamente reale per noi, diventa una nostra creazione. Ovviamente ogni singolo ha diverse totalità, ognuna delle quali ha una propria verità, ma anche una menzogna di fondo: il pensiero stesso. Niente di certo esiste nè nel presente nè nel passato, eppure con il pensiero rendo vero qualcosa, pur in un arco di tempo brevissimo. Tutto è relativo, ognuno a ragione e "la verità è un mobile esercito di metafore". Non esistono fatti né interpretazioni di fatti, ma solo interpretazioni di interpretazioni. L'unica soluzione sembra, per me, rimanere quella di Socrate: ammettere la propria ignoranza. "So di non sapere". L'infinito? Per alcuni l'infinito è Dio, per altri una convenzione, per altri ancora un nome... per me un'ipotesi razionale. "Non ricerco la ragione assoluta, ma il possibile", che cosa intendi per "possibile"? Immagino tutto, perchè tutto è in potenza, tutto è in divenire. Grazie per questo bel discorrere, Mario!
  • mario durante il 06/10/2012 12:11
    Grazie, ho intuito che Luana ha una conoscenza ed una ricerca approfondita.
    Contrariamente, io ho solo l'analisi del mio pensiero e delle mie poche conoscenze, ma perseguo il "Conosci te stesso".
    Non ricerco la ragione assoluta, ma il possibile.
  • augusta il 06/10/2012 12:04
    per mario... ricorda che luana è una combattente...è una studentessa universitaria iscritta a filiosofia... con lei ne hai da fare... ha una cultura da brividi... non per questo voglio denigrare te anzi... mi fa piacere questo vostro dialogo... io studio... 1 beso...
  • mario durante il 06/10/2012 11:40
    @ Luana.
    Cosa intendi per essere?
    L'ameba non dovrebbe pensare ma è "essere".
    L'infinito è da noi indeterminabile, noi possiamo ipotizzare che sia così o con le nostre regole, ma incorruttibile.
    Siamo noi o Lui a determinaci?
    La realtà forgia il nostro pensiero, anche quello Fantastico o metafisico. Tutto nasce dal reale e sfocia nell'onirico.
    Come vedi siamo liberi di pensare tutto ed il suo contrario.
    Con stima assoluta.
  • augusta il 06/10/2012 11:23
    non lo so mario... forse.. 1 beso
  • Luana D'Onghia il 06/10/2012 10:35
    A Mario Durante.
    L'essere è pensiero e, quindi, vi è una rottura tra il sapere fenomenico e la realtà. L'infinito, così come la totalità, è frutto della nostra meditazione, di ciò che siamo. Noi siamo specchio della realtà. La misura e il criterio di conoscenza è direttamente proporzionale a noi stessi. Il pensiero, però, non è un semplice velo nè un rimando a qualcosa di ulteriore, ma è tutto ciò che possiamo conoscere ed esprimere. È il nostro pensiero a forgiare la realtà. L'infinito lo pensiamo e, quindi, ammettiamo che esiste; se lo pensiamo, esso avrà le nostre leggi, si assumerà i limiti che gli imporremo. L'infinito è una creazione mentale, ugualmente le sue leggi.
  • mario durante il 06/10/2012 10:09
    Essere uomo parte dell'umanità e nello stesso tempo soggetto interiormente infinito, stiamo forse sperimentando la dualità dell'esistenza materia antimateria? Con i limiti della fisica sperimentiamo i limiti che ci siamo imposti (regole di vita) per uno sviluppo sociale limitando le espansioni dell'ego come galassie, d'altronde anche l'universo o multiverso ha le sue regole d'equilibrio, altrimenti vi sarebbe il caos che osservando non esiste come regola.
    L'infinito subisce l'influsso di regole?
  • augusta il 29/09/2012 15:46
    bellissimo fri... 10000000000000000000000000 besos
  • augusta il 29/09/2012 13:52
    il tuo intervento luana è perfetto... non fa una piega... parliamo con disinvoltura dei nostri fallimenti...
  • Luana D'Onghia il 29/09/2012 13:39
    Perché dare tanta importanza alla religione? Certamente, non è stato il Cristianesimo a coniare il termine "peccato"! Condivido (da atea) la riflessione di Luigi, ma non trovate che si ritorni (che lo si voglia o meno) sempre in un punto: la religione? Qui, il discorso (da quanto mi è sembrato di capire) è diverso. Augusta in questa sua riflessione ha utilizzato il termine "peccato" con il suo reale e originario significato: "fallire il bersaglio dell'arco". Quindi, tornando all'aforisma, l'ultima frase è così traducibile: "parliamo con disinvoltura dei nostri fallimenti". Ed è cosa certa che, se una persona vive, seguendo unicamente la propria ombra, farà sempre cilecca!
  • augusta il 29/09/2012 13:06
    vincenzo... come ho detto a stella... so che è utopia ma spero in un mondo... senza fili spinati... che delimitano... il pensiero... grazie anche a te... 1 beso...
  • vincent corbo il 29/09/2012 11:34
    La considerazione di Stella mi ha fatto pensare che forse, al di là delle religioni, peccato è fare qualcosa che dentro di noi non approviamo (per esempio se faccio una rapina e dentro poi ci sto male o trattare male un ragazzo down ecc.)... Per quanto riguarda il titolo credo si riferisca alla prima parte della riflessione nel senso che "non amore" sono le critiche, i pregiudizi ecc. che nascono dai condizionamenti della morale, delle religioni ecc.
  • augusta il 29/09/2012 11:32
    ... non chiudiamo con fili spinati... i confini del mondo... da quì il titolo... per peccato... intendo come astratto non esiste è ciò che mi hanno inculcato fin dalla nascita ma che poi finalmente ho ragionato con la mia testa... il commento di luana è molto filosofico che condivido... grazie e mi fa piacere... il tuo intervento... ed è bello avere molti punti di vista... 1 beso
  • stella luce il 29/09/2012 11:18
    Augusta ho letto il commento di Luona ma sposo invese quello di Luigi... il peccato è legato ad uno stato di fede per cui non esiste peccato se non esiste fede... e se è vera fede non si ci sente ne limitati e neppure chiusi di vedute perchè il credere riempie di fiducia e speranza nel Dio a cui si prega... per cui resto della mia errato parlare di peccato... e non so io non mi sento limitata nel pensare a causa di nulla... credo che si debbano avere le proprie vedute e visioni del mondo e poi certo non a tutto si può trovare una risposta... resta il mio dubbio perchè un titolo simile "non amore"??? ciao e buon fine settimana
  • augusta il 29/09/2012 07:32
    ringrazio... il mio fan per primo rocco.. sempre carino con me e.. poi
    rea.. antoine.. luigi... loretta... vincenzo... a stella.. le tue domande che mi poni... leggi il commento eccellente di luana... li ci sono le risposte... i miei 10000000000000000000000000000 besos.. che non dimentico mai è un modo carino... per salutarvi del vostro passaggio...
  • Luigi Lucantoni il 29/09/2012 02:48
    se si trascende la religione non esistono peccati, io nn ho segreti e in quanto ateo non ho nulla da nascondere
  • Luana D'Onghia il 28/09/2012 20:07
    È solo "parlando con disinvoltura dei nostri peccati" che saremo in grado di metterci in contatto con tutti i popoli, con ogni gente, senza più distinzione nè disprezzo nè offesa nè presunzione. Il nostro è un pensiero circolare: è sempre drammaticamente uguale, tragicamente suicida. Se solo fossimo in grado di aprire le finestre della nostra arroganza, eliminare i nostri assoluti. Se solo, se solo... fossimo genuinamente coscienti dell'immensità che ognuno di noi porta con sè, che ognuno di noi è! Allora, sì che saremmo in pace con noi stessi, perchè conosceremmo tutto quel che c'è da conoscere, ovvero NULLA, ovvero la diversità, il relativismo, i nomi; perché più lontano si va e meno si capisce, ma più ci si sforza, più si cresce, più si sopravvive, più si impara. Perché, in fondo, la conoscenza è un'altalena che oscilla tra una nuvola e l'abisso. BRAVISSIMA AUGUSTA!!!!!
  • loretta margherita citarei il 28/09/2012 19:43
    molto apprezzato complimenti
  • vincent corbo il 28/09/2012 17:15
    Peccato forse è ciò che limita la conoscenza, quando da piccolo mi masturbavo credevo che fosse la cosa più brutta del mondo invece è solo una necessità del corpo.
  • stella luce il 28/09/2012 16:31
    perchè il titolo "non amore"?... credo che sempre si debba spaziare e cercare di essere, pensare, scrivere oltre il nostro visibile... e questo non credo significhi parlare dei nostri peccati... quello che percepisco da questa tua riflessione lascia spazioni a diverse vedute... Antoine dona la sua molto bella ed interessante... ma non parliamo di peccato, credo sia un errore... come se il fatto di cercare oltre, vedere al di là della logica sia sempre un "peccato"... si dovrebbe per prima cosa decidere cosa esso sia... non sono brava con le parole condivido il tuo pensiero circa al guardare oltre, ma il finale della tua riflessione non mi è ben chiaro... questo è quello che io ho percepito, se mi fossi sbagliata ti chiedo scusa... ciao e buona serata

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