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Libero

Non fatevi mettere le catene, siate sempre voi stessi non datevi importanza per questo, l'essere non appartiene a nessuno, deve poter navigare senza avere limiti o cotrizioni da espressioni, da movimenti, da linguaggi. Ecco però, ancora una volta la persona che vi è accanto limita:per egoismo, per possesso. Impone giudica e siamo dibattuti a chiederci se questo è amore oppure se non è esattamente il contrario:il non amore, ma anche qui ci sono ancora regole, giuste sbagliate. Non mi ripeterò mai abbastanza, ognuno di noi deve essere libero, con la mente e con il corpo.

 

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5 recensioni:

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  • Anonimo il 17/07/2013 15:49
    Augusta, ti ringrazio davvero tanto per avermi segnalato sia Luana, che Mario... Avrò bisogno di un tempo che ora non ho per leggerli con la... passione che meritano da un'amante della riflessione come me. C'è una cosa, però, che ora m'interessa molto chiedere a <a TE>, dopo aver letto il tuo aforisma: perché pensare che la persona che risponde a modo suo alle tue libere parole ti "limiti", o, peggio, ti voglia distruggere?... Perché non pensare semplicemente che anche lei ama la libertà della parola e la sta perciò usando con libertà e amore come te? Non è anzi arricchimento se non la dovesse pensare come te? Chi la pensa come te, rafforza il tuo pensiero e perciò dà giustamente gioia, ma chi pensa diversamente da te, ti offre un qualcosa in più con cui confrontarti e in questo senso ti può arricchire. Io, come tu ben sai, ho sperimentato sulla mia pelle, anche su questo Sito che pure amo, ed ora più di prima, quanto sia difficile non pensarla a volte come gli altri ed esprimersi senza stare a imporsi tanti controlli... Certo, ho finito col capire che il mio essere spontanea e rude per carattere, nonostante ami anche, sinceramente, la tenerezza, a volte ferisce aldilà delle mie intenzioni, mi sono... raccomandata di essere più attenta, ma ancora non mi riesce del tutto proprio perché amo tanto la parola libera, è per me la massima dimostrazione di stima, amore, amicizia. Ciao. Un beso, come dici sempre tu. Vera
  • Anonimo il 17/10/2012 08:40
    difficile a dirsi ma anco più a farsi... comunque davvero bravissima!!!!
  • Rocco Michele LETTINI il 10/10/2012 17:57
    SAGGIO INVITO AUGUSTA... TUTTO IL MIO ELOGIO... CIAO
  • rea pasquale il 10/10/2012 12:49
    Sono troppo d'accordo, ovviamente l'amore non può essere qualcosa che limita. L'attuale cultura ci vorrebbe tutti in catene, ma abbiamo una via d'uscita, diceva un grande filosofo: "Dov'è lo spirito, lì è la libertà".
  • Michele Giuliano il 10/10/2012 12:34
    Se consierassi la persona che mi è accanto come un limite... comincerei a preoccuparmi di riflettere su cosa sia la libertà La libertà è una condizione dello spirito e la persona con cui ho scelto di condividere la mia ne è parte integrante e non limitante!

34 commenti:

  • augusta il 17/07/2013 16:38
    l'intervento del 17. 07. 2013... h. 16. 35... era in risposta a VERA.. come al solito essendo anziana dimentico sempre il soggetto.. 1 beso
  • augusta il 17/07/2013 16:35
    anche la tua opinione non è da sottovalutare... ma proprio perchè siamo in tanti è giusto avere molteplici pensieri... e confrontarci ma come sai.. sono coerente e dunque... mai entrare nella testa degli altri... ognuno di noi deve ragionare seguendo la sua filosofia di vita... non sta a noi giudicare e tanto meno condannare... ti ringrazio cmq del tuo intervento... 1 beso...
  • augusta il 29/10/2012 11:18
    bellissima alice.. sono d'accordo 1 beso...
  • alice righetti il 28/10/2012 14:38
    sono pienamente d'accordo con te : nn si dovrebbe limitare la libertà
    a nessuno, è più facile a dirsi che a farsi!!!!
  • augusta il 19/10/2012 12:33
    invece luana... non sai il piacere che mi fai.. già ti ho detto studio e imparo... e certe cose che hai detto... mi ritornano in mente.. il mio plauso... che dirti il... sito PR... dovrebbe farti un monumento... 1 beso...
  • Luana D'Onghia il 19/10/2012 12:24
    Tutti noi, Augusta, siamo seduti su una panchina di nude metafore: la verità è solo questo. Perdonami la lunghezza del commento (praticamente ho riempito tutto il tuo spazio!).
  • augusta il 19/10/2012 11:56
    e dopo questo intervento di luana chiudo il mio PC... perchè devo riflettere anzi non c'è bisogno ha così descritto... bene l'argomento... che ogni commento è superfluo... mi limito solo a dire che condivido pienamente... per mario come ti ho già detto adesso non ti chiamerò più coetaneo ho finalmente letto bene la tua età... ma ancora una volta... come pensiero mi siedo accanto a luana non me ne volere... 1 beso... grazie luana è un piacere...
  • mario durante il 18/10/2012 22:39
    Ammappateo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    E per fortuna hai presentato una tale semplificazione!!!!!!!!!!
    Concordo nell'evidenziare la correlazione ragione parola e nel prendere atto che l'uomo è tale per mezzo della stessa.
    Non aggiungo altro.
  • Luana D'Onghia il 18/10/2012 21:13
    Allora, inizio questa argomentazione con un invito: leggete la Bibbia. Lo so, detto da una persona atea, può sembrare strano, bizzarro, ma vi assicuro che è essenziale per comprendere che cosa siamo noi oggi. Martyn Percy affermava brillantemente che "la Bibbia non ci è arrivata per fax dal Cielo"! La Bibbia è un prodotto dell'uomo, non di Dio; non è mica caduta magicamente dalle nuvole! L'Uomo l'ha creata come memoria storica di tempi tumultuosi ed è passata attraverso innumerevoli traduzioni, aggiunte e revisioni. Nella storia non c'è mai stata una visione finale del libro. Gesù è una figura storica di enorme influenza, forse il leader più enigmatico e seguito che il mondo abbia conosciuto. Come Messia delle profezie, Gesù ha abbattuto re, ispirato moltitudini e fondato nuove filosofie. Ma per quale ragione ho iniziato questo commento, parlando della Bibbia? Bè, semplice. L'argomentazione deve trattare della parola. Bene. Vi dice niente questa affermazione: "In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio" (prologo illuminante di San Giovanni Apostolo)? Cos'è il "Verbo" che c'era già fin dal principio? Viene dal greco "Logos" che significa "ragione", ma anche e soprattutto "parola", tanto che in molte traduzioni moderne si legge anche: "In principio c'era Colui che è la Parola" (quale orrore!). Perchè preferire la traduzione "parola" anziché "ragione"? In fondo, Dio, per i credenti, è la "Mens", il "Pensiero" creatore della totalità. Semplice: nel capitolo I della Genesi c'é scritto che "Dio disse" e che, con il suo dire, creò il mondo. Affascinante. Dunque, è la parola che ha creato da sempre sia ciò che ci circonda sia anche noi stessi. Io mi chiamo Luana e questo nome, volente o meno, forma la mia identità. Senza la parola l'uomo non esisterebbe, non sopravviverebbe e, infatti, il nostro primo antenato (l'ominide o l'australopiteco) per poter salvarsi dalle bestie e dai cataclismi si accorse che la propria sopravvivenza era direttamente proporzionale al suo stare nel gruppo, tra gli altri uomini: insomma, nel suo non stare da solo. Per questa ragione, cominciarono a formarsi le prime "società", ma il punto restava sempre quello: per potersi difendere, era necessario comunicare. Inizialmente con gesti, segnali di fumo, poi con suoni e, infine, con la parola. Con la parola, col nominare, noi conferiamo identità a ciò che ci circonda, diamo essenza a qualcosa, perchè, dietro ogni parola, c'è sempre un significato, un "segno" indiscutibile e incorruttibile. Quindi, è vero, le cose ci sono date prima di noi, ma attraverso il linguaggio noi definiamo, noi contribuiamo a formarci una realtà. Noi viviamo di parole e le parole vivono di noi e con noi. La parola muta, si trasforma a seconda del nostro ritmo, di come noi evolviamo. Faccio un esempio. Il significato del termine "gay", inizialmente, era negativo, dispregiativo, in seguito, però, grazie alle lotte degli omosessuali, grazie alle loro rivendicazioni sui propri diritti, grazie al coming aut (prima di tutto questo, loro si nascondevano, celavano la propria natura), che permise di individuare l'enorme percentuale di omosessuali, e grazie al boom economico, cambiò radicalmente e divenne l'acronimo di "good as you" ossia "buono come te". Certo, io non definirei mai una persona "gay"! Perchè mai dovrei farlo? Per caso definiamo così anche gli etero? No! Sono solo persone che amano. E vi pare poco? Comunque, la parola evolve, è in continuo divenire... come l'uomo. La nostra vita è un continuo di nomi, di aggettivi, di verbi... di parole. Noi abbiamo solo questo. Dico "solo" questo, perchè, come ci ricorda così poeticamente Umberto Eco nella conclusione de: " Il Nome della Rosa", riprendendo la tesi di una corrente filosofica e letteraria, chiamata il "nominalismo": " Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus" ossia "l'antica rosa rimane nel nome, noi possediamo soltanto nudi nomi". Nudi, spogli. Di ciò che è esistito, ormai è solo passato, non rimangono che nomi, ed è questo anche il rimpianto di Adso al termine della sua vita: di tutto ciò che ha vissuto, non rimangono che parole disunite dalla loro origine, come della grande biblioteca del convento dopo l'incendio non rimangono che frammenti, brandelli che lui ancora conserva, ma che nulla hanno del contenuto originario. Ma, filosoficamente, quella frase grida anche l'impossibilità dell'uomo di apprendere, di entrare e di assimilare la sostanza delle cose: l'uomo può solo nominare. La parola come limite. Il filosofo Hans-Georg Gadamer, non a caso, disse che "l'essere, che può essere compreso, è solo linguaggio". O, ancora: "La parola è un'ala del silenzio", diceva Pablo Neruda. Ma io, da buona filantropa, non posso che avere fede nella capacità dell'uomo, nel pensiero. Ricordo che il limite è un confine e questo può anche essere superato, oltrepassato. Almeno dobbiamo provarci. È troppo facile e conveniente arrendersi. Dunque, tornando all'inizio del mio commento, l'uomo è Dio, perchè anche lui crea attraverso la parola (notare che la Bibbia, proprio per la ragione che è un prodotto umano, ci offre le caratteristiche, le categorie e i quadri degli uomini (sia somaticamente sia psicologicamente)... da Dio a Gesù, agli angeli, agli apostoli). Tutto è parola, tutto è convenzione, è circoscrizione, alienazione. Anche questo scritto è parola, ma almeno rimarrà! Spero, Augusta, che questo mio minimo gesto abbia momentaneamente soddisfatto la tua curiosità, che non deve mai svanire. Ovviamente, una simile sintesi imprecisa e incompleta su un problema macroscopicamente importante e immenso, non può e non deve essere esonerata da critiche. Mi vergogno io stessa a presentare una tale semplificazione!
  • mario durante il 18/10/2012 19:30
    @ Luana.
    Se osservi, intendiamo le stesse cose, con "sfumature" diverse,
    io: "con il pensiero l'uomo si avvicina a Dio per il credente e si avvicina alla conoscenza di se stesso in relazione con l'universo per tutti".
    Poi "trascende dall'immanente" intendo che lo supera, va oltre, su un altro piano, percorre strade metafisiche, di fede, di teorie, tutte da verificare.
    Permetti, Tu dici : col pensiero l'uomo si fa Dio, ed ancora: col pensiero l'uomo è in grado di conoscere le proprie verità.
    Sostanzialmente differisce come riferimento ma non la sostanza, Dio per il credente, l'uomo per l'ateo ma sempre il Pensiero soggetto dell'esistere.
    La parola. E qui tocchi un tasto a me sensibile, è molto che mi ci arrovello, la parola è il software di noi stessi, impropriamente ho usato il termine, ma l'argomento mi è talmente caro che ci vuol un capitolo a parte.
    @ augusta. Non cercare risposte da noi, al massimo spunti di pensiero, noi, io in particolare non possiamo, nella nostra ricerca, dare risposte, forse possibilità.
    Nella fede Dio mi concede la visione del dubbio.
    Questa è forse libertà?
  • Luana D'Onghia il 18/10/2012 14:16
    Ma quali "colossi"? Noi seppure siamo polvere!
    Augusta, ho bisogno di tempo per risponderti: è cosa assai grande e importante, troppo per ridurla in qualche riga, ma aspettami.
  • augusta il 18/10/2012 14:03
    sempre quì... al pubblico di poesie racconti... se altri vogliono intervenire mi farebbe piacere... anche se ritengo hanno a che fare con due colossi di cultura... INFINITA... SPAZIALE...
  • Luana D'Onghia il 18/10/2012 13:56
    In questo spazio o tramite messaggio privato?
  • Luana D'Onghia il 18/10/2012 13:54
    Grazie Augusta, ma ricorda: io amo perdutamente l'arte, la storia dell'arte: in filosofia io sono solo un minimo essere
  • augusta il 18/10/2012 13:51
    mi interessa anche l'argomento sulla parola... se puoi... sempre qui naturalmente mi faresti piacere... grazie...
  • augusta il 18/10/2012 13:49
    luana carissima... la chiusa del commento è a dir poco pregevole di una profondità... che solo chi ama la filosofia può capire fino in fondo... e dunque... sarò costretta per l'eterno essere confusa... un meraviglioso beso... a te...
  • Luana D'Onghia il 18/10/2012 13:38
    Solo chi non ha vissuto, non ha ragnatele. Noi nasciamo ignoranti e la nostra mente è inizialmente una tabula rasa: noi siamo dati al mondo come orfani balbuzienti e invertebrati. Eppure fin dai primissimi giorni, attraverso i suoni, le immagini (quindi lo spazio), i sensi e i ritmi biologici (quindi il tempo), riusciamo a formare una prima impressione del mondo. Il pensiero non può prescindere dall'immanenza, non esisterebbe neppure! Spazio e tempo, dunque, sono determinanti per la formulazione dei pensieri e, poi, delle parole. La nostra vita è solo parola (ma lasciamo perdere questo argomento). Il pensiero, dunque, cos'è? Per me è uno spazio aperto, infinito, dove tutti i dati empirici vi entrano... una scatola grandissima. E grazie al pensiero l'uomo si fa Dio (sono atea), perchè plasma e crea tutto. Col pensiero l'uomo é in grado di conoscere le proprie verità, le proprie illusioni. Mi fa piacere che Augusta si senta confusa, perchè, oggi più che mai, l'uomo deve saper coltivare dubbi e giammai risposte.
  • augusta il 18/10/2012 11:28
    mario... mi mettete in una situazione tu e luana che a questo punto sono confusa anch'io... anche il tuo pensiero è degno di nota... bravo...
  • mario durante il 17/10/2012 18:38
    Il pensiero secondo la mia visione è la nostra vera esistenza, trascende dall'immanente, ci porta in una dimensione che supera il tempo e lo spazio, con il pensiero l'uomo si avvicina a Dio per il credente e si avvicina alla conoscenza di se stesso in relazione con l'Universo per tutti.
    Mi rendo conto che non siamo tutti simili, quante volte mi par d'essere inadeguato ma è in quel momento che mi si aprono squarci comprensione per il differente, capisco il processo per cui il pensiero ha in ognuno i propri percorsi e con le proprie ragioni, nulla è da trascurare, neppure l'orrore anche se lo rifuggiamo ma ne cadiamo come umanità cronicamente, fa parte del nostro esistere.
    Non posso chiarire, non ho il dono dell'eloquenza, dell'esporre chiaramente quel che penso, ho forse dell'afasia entro me e mi dolgo man mano che avanzo, vedo isolarmi senza costrizioni, son solo io.
    Percorsi forse sbagliati, libertà mai assaporate, ligio al rigore di se stesso, questo ed altro porta la vita, ad ognuno le sue ragnatele, chi fortunato ha limpido il suo specchio?
    mario
  • augusta il 17/10/2012 09:26
    ciaoa fri...è vero un po di colore in viso non guasterebbe... 1 beso...
  • augusta il 17/10/2012 07:27
    grazie mario... così è bello sai che le donne hanno una marcia in più e dunque tu fa ribaltare questa situazione anche se intuisco... le donne non mollano mai... ma tu cmq... dai del filo da torcere.. avete due pensieri diversi... ma oggetto... a mio avviso... di grande dialogo... 1 beso.. p. s. non avere a male mario... ma condivido più il pensiero di luana...
  • Luana D'Onghia il 16/10/2012 19:11
    Ahahah Mario, i nostri divertenti, interessanti e appassionati confronti, sembrano dialoghi tra un ottimista e una pessimista. Ed è vero (almeno, per quanto mi riguarda). Comunque, vengo immediatamente al discorso e alla risposta. Evidentemente non mi sono spiegata bene. Non ho detto che l'uomo (che si pone domande) è atipico a se stesso, ma è un fuori luogo nei confronti del sistema, della società, nei confronti di coloro che vivono (ma esistono soltanto) superficialmente. Anche se, visto che mi hai risposto in questo modo, l'uomo può anche essere atipico a se stesso... basti pensare alla lotta tra razionalità e sentimenti, tra maschere e "realtà", tra menzogna e verità! Quante volte ci siamo sentiti diversi dal solito, da come ci comportiamo? Non sappiamo chi siamo e, proprio per questo, noi possiamo essere tutto. E sono assolutamente e straordinariamente d'accordo con te: nella nostra singolarità noi formiamo l'umanità. Non a caso il mio amato Nietzsche affermava che sono i diversi finiti a creare l'infinito. Ma il culto della domanda non è per tutti. Cosa intendi per "esplorare il proprio pensiero"? Che cos'è il pensiero? Forse, immagini, ricordi, parole, sensi! Ma esiste un pensiero? Opportuno sarebbe dire e scrivere "i pensieri". Attendo un'illuminazione, un chiarimento. Con tanta stima.
  • mario durante il 16/10/2012 17:26
    Atipico, come può l'uomo essere atipico a se stesso? Siamo diversi ma pur nella nostra singolarità rimaniamo umanità, carica delle sue contraddizioni, impregnata del suo carico di dominazione ma capace di esplorare il proprio pensiero.
  • augusta il 16/10/2012 15:57
    sono d'accordo sul dominare... e riflettendo è vero...è probabile sia intriso in noi... per il resto nulla da obiettare... per mario e luana... continuare su questi dialoghi li trovo... magnifici e danno un tocco di quel sapere in più ... per MARIO ti prego come fa LUANA sempre i tuoi commenti a vista di tutto il sito... E'IMPORTANTISSIMO... 1 beso...
  • Luana D'Onghia il 16/10/2012 13:39
    "In fondo non siamo qui per onorare anche la conoscenza?" Che bella domanda! Era retorica, Mario? Oppure quel "siamo" lo intendi come "esistiamo"? Per conoscere è necessario domandare e, purtroppo, non tutti vivono per questa ragione. La conoscenza, la domanda è, in realtà, un'opzione esistenziale, una vera e propria scelta di vita e, intraprendere questo cammino, non significa soltanto dedicarsi alla pura attività speculativa (alla pura attività del pensare), ma impegnarsi a condurre un determinato stile di vita, un bìos (termine che in greco non indica soltanto l'esistenza biologica, ma anche appunto un particolare genere di vita) in grado di "procurare" la conoscenza. Ma quale conoscenza? Illusioni. Il sapere non è una terra senza sentieri: è piena di ostacoli, di fango, di crepuscoli, di oblio, di incertezze, di menzogne, di silenzi. L'uomo non esiste per la conoscenza, l'uomo nasce con un solo scopo: dominare. L'essere umano è la creatura più fragile che esista al mondo, perchè possiede la ragione e, quindi, comprende che vi sono infinite possibilità negative in grado di distruggerlo, di annientarlo. L'uomo ha paura, trema dinanzi a ciò che non conosce... e così tenta di superare questa terribile condizione di angoscia e di disperazione con lo studio, con la religione, con la magia. Eppure questi sono tutti un tentativo di dominare la realtà, di far emergere se stesso. L'uomo manca di qualcosa e cerca ontologicamente, gnoseologicamente ed eroticamente il pieno. L'uomo è avido e, per questa ragione, non potrà mai saziarsi. L'uomo condannato alla dannazione, all'infelicità. Questo, naturalmente, per l'uomo che non si pone domande, che preferisce uno stato di indifferenza e di ignoranza piuttosto che a questo (e, forse, fa anche bene!). Non a caso l'esercizio del domandare e della conoscenza è per l'"àtopos", ovvero, per il "fuori luogo".
  • augusta il 16/10/2012 12:27
    che dirti mario... non lo so se è per onorare la conoscenza è che di fatto ci... chiediamo il perchè viviamo... io ancora devo raggiungere la risposta... e credo non la troverò mai... se tu sei così sicuro beh! complimenti.. mi piaci come luana molto giovani e molto acculturati... 100000000000000 besos...
  • mario durante il 16/10/2012 12:08
    Liberi! Chi non ha mai pensato alla libertà. Liberi da condizionamenti, utopia? Già il nostro stesso esistere ha i suoi limiti, nascita, morte, e nel mentre della vita l'attrito del viverla si fa sempre più profondo. Perchè taluni hanno spiccato il senso dell'insofferenza? Manchiamo nelle relazioni? Siamo distratti dalla nostra forza centripeta? Esiste un mondo al di fuori di noi stessi e ne traiamo forse solo i lati a noi alieni, ma anche se così fosse sono sempre lati da dover esplorare, conoscere, in fondo non siamo qui per onorare anche la conoscenza?
  • augusta il 11/10/2012 12:26
    ho letto attentamente.. e credo che ci sia un pizzico di verità... in ogni commento da voi fatto... si hanno mille modi di sapere o capire la libertà... un grazie a.. rea... michele.. vera.. laura... sonia... sara... gianni... mi scuso con voi.. ma un beso... particolare al mio fan.. rocco... e alla mia grande e immensa amica.. luana...
  • Anonimo il 11/10/2012 08:54
    Se ami veramente la libertà, ami anche quella degli altri, purchè non voglia limitare la tua. Ma l'amore generoso può anche farci rinunciare volontariamente ad una parte non essenziale della nostra libertà.
  • Luana D'Onghia il 10/10/2012 16:13
    L'essere liberi lo facciamo accadere; la libertà è un incontro con noi stessi e la possibilità di ripeterlo quante volte lo vogliamo.
  • laura il 10/10/2012 15:11
    Non esistono limiti se esiste il sentimento dell'amore. Siamo liberi quando ci sentiamo felici con qualcuno, siamo liberi quando non abbiamo paura di esprimere i nostri sentimnti, un nostro pensiero o una nostra paura, siamo liberi quando camminando con la persona che scegliamo al nostro fianco, ci lasciamo prendere per mano e ci sentiamo un'unica persona. Siamo liberi quando siamo amati per la nostra anima, per il nostro cuore, per i difetti e i pregi, per un sorriso o una lacrima! la libertà non è un limite all'amore, ma deve essere parte integrante di essa! ciao
  • sonia il 10/10/2012 15:00
    secondo me, stare insieme in assoluta libertà reciproca, è un utopia, ci vuole compassione, verso gli altrui difetti, si sbaglia e si perdona, continuamente.
  • Anonimo il 10/10/2012 14:14
    Solo quando si impara a stare bene con se stessi e non si ha paura della solitudine, si potrà dire di essere pronti nello scegliere di stare insieme ad un'altra persona e allora sarà forse amore. Non si sta con qualcuno quando si ha bisogno di lui, altrimenti ciò denoterebbe solo una carenza di qualcosa in noi che ci spinge verso l'altro, in tal caso non riusciremo a vivere e a far vivere all'altro la condizione di libertà;condizione necessaria in un rapporto d'amore vero e sincero, perchè la libertà non va intesa come accettazione dell'infedeltà e quindi il formarsi della cosiddetta coppia aperta ma, libertà di essere se stessi nel rispetto del proprio sè e dell'altro.
  • Gianni Spadavecchia il 10/10/2012 13:11
    Libero di esser se stesso, con la mente ed il corpo e sorridere, sorridere davvero.
    Piaciuta Augusta!

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