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Differenza tra ciò che è chiamato caso e un accidente

Casualità e accidentalità non sono affatto sinonimi tra loro. Il caso è l'assenza di leggi cicliche o non cicliche, e dovrebbe essere un caotico sovrapporsi di eventi, slegati tra loro, perché ogni realtà priva di causa dovrà comparire dal nulla o dall'accavallarsi di altre realtà senza inizio e, di conseguenza, anche senza una fine sensata. Il caso non può esistere, perché non costituisce il principio di nulla, e si può dire che sia l'assenza di essenziali ragioni d'essere. L'accidente, invece, è un evento nel quale due diverse realtà si trovano a essere in contrasto tra loro, o in accordo, senza che a generare lo scontro o l'incontro siano state cause tra loro accordate o semplicemente coincidenti. Ovviamente l'incontrarsi o lo scontrarsi di due eventi che, apparentemente o realmente, non hanno ragioni per bisticciare o fare accordi in un dato momento, non significa che essi non siano ognuno l'espressione di cause generatrici, ma indica soltanto che il loro incontrarsi non sia dipeso dall'ordine al quale appartengono, oppure vi dipenda senza che sia possibile determinare la gerarchia di questo supposto ordine la quale, tuttalpiù, sarà visibile dopo un certo lasso di tempo, oppure mai.

 

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1 recensioni:

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  • Greca Cadeddu il 02/07/2014 20:29
    Sembra di "sentire" Panariello quando imita Zero: "'a Renà, esiste un termine solo"
    Troppe parole confondono

17 commenti:

  • massimo vaj il 03/07/2014 19:17
    Non è una partita. Io scrivo esclusivamente per chi è abbastanza vicino alla conoscenza che illustro e che non è frutto di mie idee o invenzioni. È dottrina metafisica o esoterismo che dir si voglia. Chi è lontano dalla possibilità di comprendere sarebbe opportuno che facesse altro senza offendersi. Non tutto è per tutti. Io, per citare il primo che mi viene in mente, non guardo da molti anni la televisione, e non mi sento inferiore per questo. Che facciano lo stesso tutti quelli che leggono le cose che espongo, perdendo il loro tempo, perché sono questioni troppo distanti dalla forma mentale che si sono scelti.
  • bruno guidotti il 03/07/2014 17:58
    Massimo, debbo dirti che state disputando un ottima partita, da una parte una certa classe e dall'altra una aggressività maggiore. Comunque aspetterò il risultato finale, ciao.
  • massimo vaj il 03/07/2014 17:37
    Io non scrivo per tutte le intelligenze... quando qualcuno capisce di non aver capito sarebbe il caso decidesse di fare altro. Lo dico per la sua convenienza.
  • Auro Lezzi il 03/07/2014 17:11
    A volte leggere Massimo non è ne caso, ne accidente... Solo incidente.
  • massimo vaj il 03/07/2014 13:08
    Un'onda del mare che s'infrange sulla scogliera è un buon esempio di ciò che ho appena illustrato, perché essa ha la parvenza della pura accidentalità nella quale ogni spruzzo sembra essere frutto del caso, mentre nessuna delle infinitesimali gocce prodotte dall'onda potrebbe sfuggire alla legge che è norma del comportamento dei liquidi, quando sono sottoposti all'azione di forze in contrasto o in armonia tra loro.
  • massimo vaj il 03/07/2014 12:54
    L'anonimo sono sempre io, Massimo Vaj. Deve esserci un bug nel sito...
  • Anonimo il 03/07/2014 12:53
    Semplificazione per Greca Cadeddu: Sbam! Ammazza che botta ahò! Te possino...
  • Anonimo il 03/07/2014 12:53
    Semplificazione per Greca Cadeddu: Sbam! Ammazza che botta ahò! Te possino...
  • Anonimo il 03/07/2014 12:53
    Semplificazione per Greca Cadeddu: Sbam! Ammazza che botta ahò! Te possino...
  • Anonimo il 03/07/2014 12:50
    Un accadimento è detto accidentale quando è l'incrocio di effetti che avrebbero prodotto, diventando a propria volte cause, altri effetti diversi da quelli determinati dal loro imprevisto incontro. Quando un evento è prevedibile, e si realizza secondo le previsioni, esso è il polo minimo dell'accidente che, all'altro suo polo, è al massimo della sua imprevedibilità. Poiché è legge universale che nulla appartenente alla realtà relativa sia assoluto, si deve dire che il massimo dell'imprevedibilità contenga il germe della prevedibilità, tanto quanto la prevedibilità contiene quello dell'indeterminazione. L'accidentale, dunque, è in relativa opposizione all'organizzato da leggi ordinate tra loro per produrre effetti che siano prevedibili. Ma l'esistenza, nella sua totalità, è sia prevedibile che imprevedibile, sia regolare che irregolare e l'eccezione, che si oppone alla regola, appartiene a una legge universale che supera sia regola che eccezione, unificando entrambe come aspetti in opposizione tra loro e, a un superiore livello di considerazione, anche complementarità che tenderà alla riunificazione nel principio dal quale i due poli hanno avuto origine. Occorre aggiungere che tutta l'esistenza è considerabile essere un accidente, nei confronti della Realtà assoluta. Accidente necessario, in ragione delle sue sufficienti ragioni di essere costituenti il principio dell'esistente. Tutto ciò che è se non ci fosse un principio che l'ha determinato, sarebbe pura negazione impossibilitata a essere. In relazione al punto di vista dal quale si considera l'esistenza, essa è, oltre che necessaria anche contingente, proprio perché nulla che sia relativo contiene in sé la propria sufficiente ragione d'essere. Il termine "essere", derivato dal latino ex-stare, sta a significare proprio l'assenza del principio che è sua ragione sufficiente d'essere. Principio che non è all'interno dell'esistenza in quanto esso è necessariamente determinato dall'Assoluto che è causa del relativo.
  • vincent corbo il 03/07/2014 07:45
    Qual è l'opposto di accidente? Gradevole coincidenza?
  • massimo vaj il 03/07/2014 06:24
    In un certo senso non hai torto, Bruno, perché Lucantoni è assimilabile al caso mentre io lo sono all'accidente. Il caso dice cavolate a casaccio, l'accidente, invece, risponde con ragioni che il caso, rifiutando la ragione, non può comprendere. Il caso, quando qualcuno lo incolpa, dice che non voleva e che al caso mai si possono attribuire delle responsabilità, mentre l'accidente è sempre colposo; la cosa gli impone di scusarsi con la vittima accidentale dell'incidente. È per questo che con Lucantoni sono amorevole quanto lo è un nonno col proprio nipotino, nonostante lui non faccia mai domande intelligenti, ma sia convinto di sapere tutto. Si sa come sono i nipotini coi nonni: sfrontati perché sanno di poterselo permettere, non come coi loro compagni, che ogni volta Luigi apre bocca... fanno la Ola alle stupidaggini che dice.
  • bruno guidotti il 03/07/2014 05:58
    Massimo, traggo dalla tua esposizione odierna: Caso e Accidente, che sia tu, quanto Luigi, ne siate un esempio tangibile, perché: interpreti di scontri non accordati, con tutto quel che segue. Ok? ciao.
  • massimo vaj il 03/07/2014 05:43
    La tua generosità verso le persone poco dotate è encomiabile...
  • Greca Cadeddu il 02/07/2014 21:04
    Grazie, ma avevo inteso: Non parlavo di me
  • massimo vaj il 02/07/2014 20:48
    Mi spiace, provo a dirtelo in poche: il caso nega ogni legge, mentre l'accidente è dovuto a leggi che non sono parenti strette tra loro e, spesso, si detestano nello stesso, orrendo, modo.
  • Greca Cadeddu il 02/07/2014 20:30
    Scusa, è finito in recensioni ma era un commento

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