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Prigioniero di me stesso

Mi capita spesso di cadere in uno stato d'estasi, di quelli più selvaggi, ogni volta che rifletto sull'infinito. Però a metà viaggio, involontariamente la porta viene chiusa, e torno nella mia gabbia. Vorrei tanto una copia di quella chiave.

 

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4 commenti:

  • Jean Paul Amoriat il 02/12/2010 21:46
    Sei stata chiarissima, infatti pensiamo praticamente la stessa cosa, l'infinito rimarrà ignoto per sempre, almeno fin quando non raggiungeremo un altro stato di consapevolezza, e comunque non smetterò mai di pormi quelle domande, sono parte di me stesso, e curioso come sono la ricerca si fa ogni giorno più intensa. . . grazie mille del tuo commento . . . Ciao
  • giulia arena il 01/12/2010 18:43
    credo che il tuo pensiero sia profondissimo.. e che tutti sentiamo spesso l'esigenza di riflette su noi stessi e su ciò che ci circonda.. il problema però è, come hai scritto, che le nostre domande restano senza risposta. Non riusciamo ad avere quella chiave e forse non l'avremmo mai. Ma non per questo dobbiamo cessare di porci delle domande e di pensare altrimenti saremo nulla! Riguardo alla riflessione sull'infiinito tutta la filosofia ne è piena, personamente mi appoggio a quei sostenitori che ritengono che non possiamo comprendere l'infinito perchè siamo finiti, nel senso che io posso dire che la bevanda che sto bevendo è dolce o amara, perchè conosco cos'è il dolce o ll'amaro. nel caso dell'infinito non lo comprendo perchè sono finito, e come se gustassi una bevenda e conoscendo solo il dolce non riuscissi a comprendere la spiacevole sensazione che sento nel berla. Non so se sono stata chiara, spero d si,
    ciao
  • Jean Paul Amoriat il 25/11/2010 23:20
    tutto tranne religioso e credulone, mi ritrovo nel lato opposto di quell'isola . Più che altro mi considero un'anima ribelle e caotica... Ci saranno spero, alcune vie d'uscita meno dolorose . . .
  • Luigi Lucantoni il 25/11/2010 03:15
    se l'infinito fosse compreso non sarebbe l'infinito
    l'unica via d'uscita è quella di dimenticare la sua irrazionalità attraverso una forte emozione interiore e così si diventa religiosi e creduloni

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