La poesia per avere un futuro deve tendere all’essenzialità.
Superiamo il decadentismo con una nuova poetica di ricerca dei termini, di corretta allocazione della parola, di messaggio completo e compiuto, prima nella mente del poeta e poi esteso agli altri.
La lirica non può essere solo sfogo del poeta, ma messaggio per gli altri.
Cosa deve fare il poeta? La sua è la ricerca della parola, del termine giusto da inserire al proprio posto, della scultura del “termine” della venatura della parola, come se fosse marmo. Solo così decollerà il nuovo rinascimento della poesia.
Molto divertente Adriano e devo dire molto gentile nei confronti dei nostalgici (visti i tempi che corrono in cui rischiamo di trovarci fra i grandi statisti perfino Mussolini). È un argomento che almeno in Italia è ancora (incredibilmente) aperto mentre in Giappone e in Germania (gli ex alleati storici del Benito) di quel passato si vergognano e hanno saputo superarlo con una grande operazione di autocoscienza, fatto salvo i soliti gruppuscoli di esaltati nostalgici. Solo in Italia riusciamo a mettere a palazzo personggi che ancora si dichiarano fascisti convinti. L'unica cosa che mi consola è che il fascismo è morto con il suo creatore e almeno in quella forma non potrà tornare. Per il resto stiamo attenti e difendiamo la nostra costituzione.
Ti saluto Adriano e ti faccio i complimenti per aver parlato di un argomento così italianamente delicato. A buon rileggerti