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I libri di PoesieRacconti

Storie di Oggetti Inanimati

Storie di Oggetti Inanimati

Autore:
             

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Editore: Montedit
Prezzo: 6.70 €
Pagine: 52
ISBN: 88-6037-147-3

Recensione
Cinque brevi racconti che hanno come tema portante un comune denominatore rappresentato dall'idea di porre come protagonisti delle narrazioni "semplici oggetti" che diventano "attori" della scena.
Marta Fanello è letterariamente perfetta nel riuscire a porsi "dall'altra parte", dal lato oscuro e nascosto delle cose, a indagare l'alone misterioso che ogni oggetto porta con sé, sia esso un'antico scudo o una spada d'un guerriero, coraggioso o vigliacco poco importa, o un libro che desidera prendere forma tra le mani dello scrittore, che anela ad essere finalmente "finito" dopo sette anni di lunga attesa, che vuole essere pubblicato, farsi leggere ed essere riposto finalmente insieme agli altri libri rilegati e stampati che fanno bella mostra nella libreria ma che, purtroppo, non vedrà mai la vita ma le fiamme che faranno "evaporare nere lacrime d'inchiostro" o ancora un bel peluche di panda con il suo maglioncino blu che rimane compagno fedele fino all'ultimo, o infine una goccia di pioggia destinata a precipitare e ritrovare altre gocce in una pozza d'acqua e "rivivere", ancora una volta, il ciclo naturale.
Ed ecco allora che, tra le mani di Marta Fanello, questi "oggetti inanimati" riprendono vita, tornano a splendere della loro importanza, si raccontano come fossero "cose vive e pensanti", ricordano di aver fatto compagnia agli umani dividendo con loro le gioie e i dolori, le vittorie e le sconfitte, i sogni e le illusioni, quasi a fondersi con loro in un unico "soggetto" che ha visto, ha sofferto, ha lottato, ha sognato, ha custodito un segreto o una meraviglia.
E quell'iniziale virtuale dialogo tra uno scudo e una spada sepolti dalla polvere del tempo depositata su un sanguinoso campo di battaglia ed ora esposti come reperti nelle vetrine d'un museo, credo rappresentino simbolicamente ed in modo, forse più penetrante e significativo, l'intenzione di Marta Fanello, ed il suo intento creativo e narrante pare quasi soffiare all'interno di questi oggetti inanimati un'energia vitale, una linfa di vita e renderli pulsanti, dialoganti tra loro, raccontandosi le gesta o le debolezze, le storie sconosciute dei trionfi e delle cadute che non sono mai definitive.
Ogni citazione rappresenta un disvelamento, un estremo tentativo di far rivivere le "cose", al di là della "fine" d'un oggetto, che diventa umana fase agonica della morte, e quel soffio vitale a cui facevo riferimento, riesce a rendere "eterna" sia l'infelicità d'un uomo costretto a combattere ma decisamente più avvezzo ai piaceri del vino come la disperazione d'un vecchio guerriero ormai "inutile" pronto a gettarsi sulla propria spada. L'Uomo è raccontato dall'oggetto e la storia vede lo svolgersi d'un passaggio deciviso ad una nuova prospettiva: non v'è identificazione ma fascino creativo dell'oggetto. Magistralmente ricreato, alimentato e offerto su queste pagine da Marta Fanello.