23:30 circa di una calda serata estiva, se qualcuno lo vedesse penserebbe a un ragazzone distratto che si muove sul pianeta senza essersi mai chiesto il perché di una sola cosa, ma al contrario, mentre impugnava la pistola della pompa di benzina al self service del suo piccolo paese in collina, stava riflettendo in modo severo sui suoi ormai non più pochi 26 anni; anche in quel momento di normale vita quotidiana toccavano la sua immaginazione le folate di aria calda, il rumore della televisione accesa che arrivava dal bar del distributore che stava per chiudere, e anche una vecchia macchina passata lì vicino, una Visa marrone..., e ancora l'ultimo cliente del bar, un vecchio seduto lì fuori, con la gamba appoggiata su una sedia e la ciabatta che stava per cadere dal piede... le lucciole, a cui non faceva caso da tempo... tutto questo lo faceva pensare di trovarsi in un film, dove il regista forzava la calma prima di una scena da sussulto... ma poi ogni dubbio svaniva, era la realtà... non succedeva niente.
Salito in macchina accese la radio, con un gesto ormai inconscio e si diresse verso il pub, non aveva proprio voglia di andare a letto e terminare la giornata con zero emozioni e anche se averne grazie a qualcosa che poteva succedere in quel locale era veramente improbabile vi entrò ugualmente.
La Gina afflosciata al banco con una cannuccia in bocca fissava la televisione nell'angolo, Manuel e Alfredo giocavano a carte e poco più in là il Salvietta teneva un piccolo comizio; dall'espressione che aveva sembrava avere proprio la certezza di ciò che diceva e Piero dopo un cenno di saluto neanche troppo ricambiato battezzò il sedersi al tavolo con loro la cosa più interessante da fare. Parlavano di politica e lui che non ne sapeva tanto ascoltava avidamente cercando di farsi un idea;
Il Salvietta sbraitava contro l'attuale presidente del consiglio elencando una serie di fatti e di numeri che il governo aveva promesso e non mantenuto e non si capacitava di come i cittadini avessero potuto votarlo, bisognava votare la sinistra diceva, perché se c'è uno schieramento che fa qualcosa per i meno abbienti è solo quello il partito da votare... ma Lelan ribatteva che pensare che chi va al potere faccia veramente gli interessi del popolo è ridicolo, che chi comanda sta lì sulla sua poltrona pensando solo ad arricchirsi e ad "inculare" gli altri...
Dopo pochi minuti però Piero si accorse che tutto quello che dicevano non attecchiva nel suo cervello, ogni parere espresso dipendeva da un punto di vista, e la ragione ce l'avevano a turno;
era come una zattera sull'acqua che si sposta di qua e di là , ma non ha niente che la collega al fondale del lago, non c'era niente di diverso dal guardare una trasmissione di politica in tele,... se non avevi delle basi non potevi cominciare a farti un idea ascoltando un dibattito; ogni cosa negativa fatta da un partito poteva essere giustificata se fatta per adempiere ad un motivo più importante oppure la controparte ribatteva che anni prima la stessa cosa era stata fatta anche dal partito sostenuto da chi in quel momento accusava, per carità motivi validissimi, ma per lui che voleva scegliere da che parte stare era un vero dilemma... quindi si alzò arreso e si diresse verso l'uscita, ma in quel mentre la Gina:
-E te Piero, cos'è che voti? La destra o la sinistra?
Non che gliene fregasse tanto, ma si annoiava, e scambiare due parole con Piero avrebbe reso più veloce l'attesa dell'ora di chiusura... Lui scosse il capo, alzò le spalle e con una faccia passiva che non rendeva giustizia a quanto veramente era dibattuto dentro di sé per non riconoscersi in uno schieramento politico disse:
-io non lo so, devo ancora decidere...
e mentre spingeva la porta per uscire anche se la targhetta "tirare" era evidentissima, si preoccupava del fatto che la Gina l'avesse etichettato un "senza-palle" che non si voleva sbilanciare...
Lei intanto gli guardava le scarpe e pensava che erano come quelle di suo zio Fred.