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E fu così che Edoardo imparò ad andare in bici

Ero un po' restia quando vidi la bici smontata pronta per essere caricata nel baule della macchina assieme ai mille bagagli. Alberto aveva deciso che Edoardo durante le vacanze a Margherita di Savoia avrebbe imparato ad andarci. oltre a tutta quella roba c'erano anche gli attrezzi per il montaggio. Cosa gli sarà saltato in mente, pensai, ma non avevo voglia di litigare, ero finalmente in ferie.
Una volta arrivati la bici imballata con l'estensibile è rimasta sul pianerottolo delle ripide scale che portavano al nostro appartamento, perché ovviamente lo spazio lì era risicato. La fissavo ogni volta che tornavamo dalla spiaggia, e, sempre per non far polemica, tra me e me, continuavo a ripetermi: cosa gli sarà saltato in mente. Edoardo ha paura della bici da quando, dopo aver richiesto di togliere le rotelle, è caduto. Alberto da allora ha insistito parecchio perché vincesse questo scoglio ma Edoardo era letteralmente terrorizzato quando saliva a cavalcioni di quel mezzo.
Si sa, quando si è in ferie, non si vorrebbe mai che piovesse, ma martedì pomeriggio a Margherita c'è stato il temporale. La giornata di pioggia destabilizza i ritmi della villeggiatura e così, per impegnare il tempo Alberto si è dedicato al montaggio della bici.
Quando la siamo andati a comprare è stato Edoardo a sceglierla, ovviamente rossa, con dei dinosauri blu. Siamo andati in Puglia perché lì vanno in vacanza ogni anno una coppia di nostri amici, essendo lui margheritano. La cosa meravigliosa che si prova dopo aver lasciato alle spalle il Po' è il calore e l'accoglienza della gente. I miei bimbi si sono sentiti subito a casa in quella via pedonale dove si sono mischiati con gli autoctoni e con i figli delle seconde generazioni, quelli per intenderci che son nati nelle città del nord e che scendono regolarmente d'estate per ritrovare i parenti. Ed è proprio in quella via, viva e rumorosa, che Edoardo, munito di caschetto rosso in testa ha voluto mettersi alla prova. Lo spirito di giù generalmente è più spavaldo, audace, temerario. Devo ringraziare i muri di quella via che trasudano di tutto questo. Fatto è che Edoardo si è messo in posizione: un piede a terra e l'altro sul pedale e senza che noi gli dicessimo nulla, ha caricato tutta la sua forza su quel pedale e la bici rossa con i dinosauri blu è partita. Ora di là Edoardo non vorrebbe più scendere. È ancora un po' insicuro, soprattutto sulle curve, ma al papà ha confessato che su quella manovra si vuole allenare per bene.
Grazie Alberto per averla caricata in macchina, grazie Puglia per aver incoraggiato il mio Edoardo.
A proposito sapete come si chiama la via dove mio figlio ha cominciato ad andare in bici? Via Trieste.

 

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1 commenti:

  • Ellebi il 02/09/2015 13:54
    Il tuo raccontare fa lieve compagnia in questi primi giorni di settembre ancora caldi di un'estate non ancora finita. Saluti

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