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DESERTO ROSSO

Mi chiamo Francois Lazard, ho 65 anni e vivo a Borgarello da alcuni anni, reduce da due devastanti matrimoni e da 15 anni di Legione Straniera in Nord Africa mi sono rifugiato in questa zona di nord italia per lasciarmi tutto alle spalle … tutto, o perlomeno quasi tutto.
In Legione a Ksar Ghilane tra il confine Tunisino e quello Libico nel 1974 conobbi un tale di nome Giovanni, Pavese, diceva di venire dalla Chartreuse de Pavie. Negli interminabili tempi morti e nei turni di guardia che caratterizzavano le nostre giornate nel deserto rosso che ci circondava, Giovanni mi parlava di casa sua, di suo padre Franco e di come nel 1956 si introdusse con altri amici in una cascina a Borgarello in cerca del passaggio segreto dei Visconti, che doveva custodire un'incredibile tesoro sotterraneo, il tesoro di un papa, anzi per la precisione il Tesoro dell'Antipapa.
''Venti Miliardi di Lire!!'' diceva Giovanni, se non fosse stato per i Carabinieri, ora saremmo ricchi ed io non sarei qui' in questo ''Deserto dei Tartari'' o meglio deserto dei ''biquet'' (termine dispregiativo francese per definire gli abitanti del maghreb).
Ai tempi non avevo ben chiaro dove fosse Borgarello e nemmeno dove fosse la Certosa di Pavia, anche Pavia a dir la verita'. L'Italia mi pareva un posto cosi' lontano, associavo tutto agli spaghetti a Napoli, alla mafia, ma allora le distanze si misuravano in un altro modo e ad oggi mi pare strano che nonostante fossi immerso in un deserto rosso, cosi' lontano dalla civilta' come io l'avevo conosciuta a Lione, la mia citta' di nascita, il sentir parlare di questa pianura del nord italia, delle risaie e di tesori miliardari rendeva nell'immaginario questi luoghi ''magici'' e contemporaneamente ''esotici''. Come potesse essere definita ''esotica'' la pianura padana vista da un Legionario in mezzo al Deserto e' ancora oggi un mistero, ritengo probabile che fosse il caldo unito alla pesantezza della divisa e della sua inutile dotazione di bisacce ripiene di ogni cianfrusaglia militare, comunque ogni volta che ci addormentavamo nei turni di sera sotto quell'immensa parata di stelle Giovanni mi ricordava che se fosse tornato a casa vivo avrebbe trovato il tesoro dell'Antipapa e sarebbe diventato ricco con uno Sceicco Saudita.
Giovanni purtroppo mori' nel 1975 con una pallottola in piena fronte a causa dell'unica incursione fatta dai ribelli, non fece in tempo nemmeno ad accorgersene, lo ritrovammo la mattina dopo la battaglia seduto con la schiena appoggiata alle mura del fortino con un buco in mezzo alla fronte e gli occhi ancora aperti … pareva che sorridesse. Lo seppellimmo a Ksar Ghilane perche' nessuno della famiglia (contattata dal Comando della Legione a Tunisi) sembrava interessato a riavere la salma. Non ci trovai nulla di strano, Giovanni lo diceva sempre ''morta la mamma Rosa il papa Franco a casa non mi restano che dei lontani parenti che lui definiva : balurd o chencher oppure con altri insulti in dialetto Pavese che evito di elencare.
Morto Giovanni rimasi per parecchio tempo turbato e soprattutto solo. Era la persona con la quale avevo legato di più in quell'accozzaglia di ''avanzi di galera'' che componevano la Legione di Ksar Ghilane. La solitudine ebbe pero' un effetto positivo sulla memoria, infatti molte delle cose sul tesoro dell'Antipapa che Giovanni mi aveva raccontato, specialmente nei nostri interminabili turni di guardia mi tornarono alla mente e per effetto della solitudine ma soprattutto della noia, cominciai ad annotarle in un taccuino che divenne una specie di mappa del tesoro. Dopo aver diligentemente annotato tutti i racconti di Giovanni con dovizia di particolari ed aver scavato cosi' a fondo nella memoria, tanto da avere delle frequenti emicranie, certo di non aver dimenticato nulla, una notte di guardia sotto le stelle giurai a me stesso ed all'anima di Giovanni che sarei stato io a trovare il tesoro dell'Antipapa e l'avrei fatto in sua memoria se fossi sopravvissuto una volta terminato il periodo di ferma alla Legione.

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1 commenti:

  • Emanuela Lazzaro il 29/04/2008 13:09
    Pensavo di essere l'unica Lazzaro qui dentro ma quanto pare ho concorrenza... scherzo, non è male come racconto anche se il genere Indiana Jones in realtà è trito e retrito da tempo secondo me;comunque è scritto bene e questo è la cosa più importante! Buona fortuna Emanuela

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