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Solitudine

Mi alzo ogni mattina e la prima cosa di cui mi rendo conto è che sono solo, non c'è nessuno che affianchi la sua vita alla mia per il tempo sufficiente a farmi stare bene, per il tempo necessario di sentire il calore di una famiglia, di sentire il tepore di casa. Dio quanto fa male questa cosa. Tutti i giorni mi chiedo perché sia capitata a me, perché io, cosa ho di sbagliato; in fondo chiedo solo di essere felice, di essere innamorato, di avere anch' io una famiglia, dei figli, una moglie, una vita. Cammino sul sentiero oscuro di una vita buia e quando un bagliore di speranza illumina la via è solo per darmi la certezza che più avanti sarà sempre avvolto nell'oscurità del nulla. Che strana questa esistenza che mi è capitata, ma cosa posso fare se non viverla per quello che è... quanta forza occorre? riuscirò a farlo?
Vedo le cose per quello che realmente sono; vedo la realtà, la vita nella miriade di forme in cui si presenta... perché?
Io, solo io; nessuno attorno a me, nonostante questo pianeta pullula di esseri viventi, non c'è nessuno che sia capace di ascoltarmi, di sentirmi, di condividere con me ciò che sono, di trovare il coraggio di conoscere la vita come la conosco io, di comprendermi.
Che senso ha creare una cosa pura se per rimanere tale, non la puoi condividere con nessuno? Che senso ha essere la cosa più preziosa se non puoi esistere?
Guardo la purezza delle cose, ma appena lo faccio notare a qualcuno perde immediatamente la sua magnificenza.
Immagina di creare una cosa perfetta, unica, di fare una cosa che sia la migliore di tutta la tua esistenza; quella cosa racchiude tutto ciò che sei; quella cosa sei tu. Tuttavia non esiste e non esisti se la tieni per te stesso, non ha alcun valore se non c'è qualcuno che possa viverla, così cerchi di condividerla, cerchi di farla conoscere, cerchi di insegnare a qualcuno come viverla per quello che è, nella sua più completa esistenza; ma inevitabilmente tutto finisce per essere sminuito, disprezzato e travisato perdendo il suo valore originario, la sua purezza, la sua bellezza. Credo che Dio si senta così nel condividere con l'uomo la sua creazione: la vita.
Sono qui in questa notte di giugno, l'aria fredda sfiora la mia pelle bruciata dal sole attraverso la maglietta; mi stringo in me stesso, vorrei sentire la sua enorme mano sulla schiena, vorrei sentirla avvolgermi, vorrei potermi addormentare su di essa.
Dio dove sei mentre i miei occhi sono lucidi? Dove sei mentre la mia mente si proietta in una vita piena? Non c'è nessuno qui con me, sono solo in questa stanza buia; non ti ho mai sentito, eppure adesso sono sicuro che sei qui con me, ti sento accanto, ti sento consolarmi, ti sento comprendermi; forse è solo la solitudine, ma ora posso dormire e sognare.
Il cielo piange ancora al posto mio; mi abbandono alla frustrazione, alla disperazione, alla malinconia e all'amarezza grazie all'ebbrezza che il vino mi dona.
Finalmente lacrime! Finalmente il mio dolore esce allo scoperto concedendomi di viverlo.
Piango e il cielo smette di farlo al posto mio nello stesso istante...
E per una volta ancora, mi sento vivo...

 

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3 commenti:

  • Luca Ceschini il 13/02/2014 09:17
    Ciao Oissela, Grazie mille per il commento!!
  • gianni castagneri il 12/02/2014 17:41
    provo spesso le tue stesse sensazioni, anzi sempre più spesso... brutta bestia la solitudine, ci si abitua, ma non ci si abitua mai abbastanza!
  • oissela il 12/02/2014 14:50
    La solitudine è spesso una torre nella quale vogliamo rinchiuderci. A volte vorremmo insegnare, ma è anche così
    bello apprendere.
    È un buon racconto.
    Ciao.
    Oissela