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Il Parto

La storia che mi accingo a raccontare è il resoconto di un'esperienza terribile che vissi io con la mia defunta moglie più di 20 anni fa. Nonostante non vi siano rimasti testimoni vivi in grado di confermare quello che sto per dire, io c'ero. Credetemi, o prendetemi per pazzo: ciò è accaduto veramente.
25 Ottobre 1989. Io e Mary stavamo attraversando le foreste dell'Oregon, sulla strada per il confine con il Canada: volevamo andare a trovare dei nostri amici a Vancouver. Eravamo partiti da Los Angeles di mattina. Ormai era tarda notte su quell'autostrada, e speravamo di incontrare un vicino Motel dove fermarci. Ma non c'era nulla sulla strada, nemmeno una stazione di servizio. Andavamo a rilento, guardardonci intorno nella speranza di leggere qualche indicazione utile a trovare un luogo in cui passare la notte. Quando improvvisamente la macchina si sbilanciò verso destra, e sentimmo un fischio. Feci per frenare, ma non avevo il controllo del veicolo: l'auto sbandò verso destra, Mary gridò:frenai più che potei, finchè non sbattemo su un cartello, e ci fermammo bruscamente. Mary era ancora un po' sconvolta, ma si era calmata. Le dissi: "Scendo, a controllare, tu resta in macchina". Vidi la ruota anteriore destra dell'auto complemente sgonfia: "Qualcosa deve averci bucato la gomma!" le dissi ad alta voce. Eppure l'asfalto era liscio, e non mi pareva di aver visto ne un sasso ne qualche altro oggetto sulla strada. Feci per tornare in macchina, quando la mia attenzione si spostò verso il cielo: era strano, sembrava che delle nuovole scure si stessero avvicinando molto, ma molto velocemente:non avevo mai visto qualcosa del genere. Improvvisamente dalle nuvole sbucarono 3 luci rosse molto vicine tra loro: sembravano muoversi verso di me, e più si muovevano, più la loro intensità aumentava. Non riuscii a muovere un dito, rimasi fermo a guardare. Mary scese dalla macchina, anche lei impietrita, con lo sguardo rivolto verso l'alto. A un certo punto, le 3 luci erano proprio sopra le nostre teste, vicine, vicinissime: sembravano 3 occhi diabolici che ci osservavano. A un certo punto, tutto intorno si illuminò: tutto si colorò di rosso, quella maledetta luce accecante sembrava inglobare ed assorbire tutto. Mi voltai verso sinistra, e vidi che anche la macchina stava sparendo in quella luce. E vidi Mary, "O mio dio, che sta succedendo" pensai, mentre anche lei svaniva nella luce: mentre veniva assorbita, vidi che tentava di gridare, ma non sentivo niente: "Noo Mary!! Sono qui!" urlai mentre cercavo di tenderle la mano per aiutarmi, ma non poteva sentirmi, e neanch'io sentivo me stesso. Non sentivo nessun rumore, non vedevo niente apparte quella luce. Avevo perso qualunque senso, qualunque percezione; dopodiché mi sentiì sollevare, sollevare, sempre di più da qualcosa, da una forza, che mi tirava per le braccia, per le gambe, la sentiì dovunque. Volli gridare, ma non ce la feci, non ce la feci...
Mi svegliai poco dopo alla fermata di un'autobus, all'alba in un paesino di montagna. Non avevo nessun ricordo, eppure mi sembrava di aver dormito solo per qualche minuto. Vidi Mary, accanto a me, non si era ancora svegliata. Allora andai verso di lei, cercai di svegliarla, scuotendola, urlandole, finchè non aprì gli occhi: "Amore mio. Cosa è successo, dove ci troviamo?" mi chiese confusa. Ma io non sapevo niente, nulla, e risposi "Non ne ho idea. Ma è stato terribile, qualunque cosa sia stata". Della macchina non vi era più traccia. E non vi era nessuno intorno. Fortunatamente, incontrammo uno sceriffo locale, in macchina. Non sembrava tuttavia vederci di buon occhio, ci guardava storto, e ci chiese: "Di dove siete? Che ci facevate lì per terra?". Probabilmente ci aveva preso per dei barboni, o dei vagabondi, non avevamo nemmeno un bell'aspetto, e i nostri vestiti erano tutti strappati. Ma quella notte, era stato tutto così surreale che non ci importava, volevamo solo capire, sapere qualcosa, ma soprattutto, tornare a casa. Gli risposi chiedendoli: " Dove siamo? Che giorno è?". Lo sceriffo si mise a ridere, probabilmente pensava che fossimo persino ubriachi, e disse: " È lunedì, 28 Novembre, e siamo nella bellisima cittadina di Newby, nel Montana!" , " Che cosa??" , pensai tra me, era passato addirittura un mese! Non mi ricordavo niente, nulla, mi sembrava che fosse passato qualche minuto, forse addirittura qualche secondo, da quella terribile notte. "Fareste meglio a passare in centrale da me, noi non vogliamo gentaglia come voi in giro" ci intimò lo sceriffo. E fù ciò che fecimo, senza pensarci due volte: non mi ricordavo nulla, non sapevo nulla, ne tantomeno lo sceriffo o qualcun altro ci aiutò a capire cos'era successo quel giorno. Sta di fatto, che un mese della mia vita era sparito.

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2 commenti:

  • Stanislao Mounlisky il 01/06/2015 11:35
    All'inizio ho pensato: - Visto che non c'è la sezione "Fantascienza" l'autore l'ha postato come "Horror".
    Ma, alla fine della prima pagina ho letto "e fù ciò che fecimo" (traduzione: e fu ciò che facemmo). Allora ho capito che era proprio horror...
  • Guido Ingenito il 25/06/2010 18:34
    vedo che mangi pane e horror
    questo mi è piaciuto un po' di più dell'altro. Qua i ritmi sono maggiormente definiti. divertente (sono cinico) l'assenza di un mese del protagonista.

    Guido