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Storia senza storie

Non so cosa scrivere. Guardo lo schermo bianco in cerca di non so cosa, lui ricambia con pietà. Vorrebbe riempirsi da solo, me ne accorgo. Mi consideraun povero pazzo, uno che si è messo in testa di scrivere una storia che possapiacere a qualcuno. E vorrebbe aiutarmi. Ma non può far altro che aspettare chei miei polpastrelli raggiungano la tastiera e comincino a battere le letterecorrendo verso una meta sconosciuta. Scrivere è un viaggio verso un terreno maicalpestato, un incontro con una donna di cui non hai mai sentito parlare. Cifai l'amore subito, anche se non la conosci. Basta una scintilla, uno schioccodi dita che ti risvegli dal torpore e ti porti in una dimensione fatta di segnistrani e incomprensibili che grazie alle tue mani diventano magiche parolecapaci di farsi guardare, ammirare, amare. E scrivi, anche senza raccontare unastoria. Scrivi di una sensazione d'impotenza, di una voglia di scoprirepensieri celati nell'ombra dell'anima, parli di te come una scatola vuota cheha bisogno di riempirsi di qualcosa per avere ragione di esistere. La senti, lascrittura. Senti l'odore dolce di quella donna senza volto, annusi il suoprofumo e sei inebriato dalla sua bellezza. Ma non riesci a definirne icontorni, provi ad abbandonare le braccia e prendere fiato, cerchi punti diluce in una stanza buia, cerchi la sua pelle senza trovarla. Nel frattempo tiaccorgi che le parole prendono forma, argilla nelle mani di un bambino che nonsa che farsene: non significano niente, eppure adesso ci sono. O forsesignificano qualcosa, probabilmente tutto. Magari non è importante averequalcosa da dire, magari basta avere voglia di dire qualcosa di importante. E'un concetto strano, una futile acrobazia, un inutile esercizio di retorica. Lastoria, una storia. Non esiste, eppure ne sento tante in giro. Nessuna decide digermogliare in me, nessuna mi entra dentro a farsi un giro nello stomaco. È dalì che partono le storie. A volte ci penso, mi sembra il posto ideale, quelloche provoca le reazioni umane più spropositate, anche più del cuore. È lì laprima lettera, il primo passo. In quel sacco sono nascosti i sentimenti chespesso cerchiamo invano nel cuore. Lo stomaco balla quando ami, s'ingarbugliaquando soffri, vorrebbe scoppiare quando odi. È il centro di quel mondo che sirifiuta di ascoltarti, perchè non hai niente da dire. E non hai una scusa, nonti resta che chiederti il perché di un continuo salto nel vuoto. Retorica, soltanto retorica. Storia senza storie.

 

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