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Auschwitz

Ho smaltito questo acido vaccino
L'ho gettato in pasto al cuore
Ho vissuto solo per nuda necessità
Per impazzire in profondità.
E dietro questo grembo di vento
C'era un cielo librato verso il blu
C'era un treno che veniva piano
E tu donna gli tendevi la mano
Sentendoti morire sempre più.
Voce del suono che spacchi l'estate
Ricordati delle persone andate
Verso quel fumo fatto di cosmo
Spasmo che anticipa luce di stella
Come occhi oltre la ripida graticola
Con la pelle tersa del gelo di canicola
Che non sente ragione per tornare.
E violarono le donne, piaghe al cuore
Tumore chiuso dentro al petto
Al cospetto di quell'orizzonte lontano
Uno specchio di rose nel gelo profano
In un prato assorto che resta a guardare
Finisce col piangere rugiada
Per ogni uomo in preda alla morte
Che vede cadere.
E il microbo del suono, vigila sfinito
Dove un miracolo è cura alla preghiera
Quando la luce non è un'emozione
E il buio non corrisponde alla sera
Ma fucili spianati, barbagli zampillanti
Ricordano gli abbracci e l'evasione
Del fuoco di passione degli amanti.
Il cuore pulsa, comincia a capire
Che il cielo non si potrà mai schiarire...

 

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4 commenti:

  • Massimo Genovese il 04/02/2011 15:55
    molto intensa ma anche troppo complessa... Bella
  • Anonimo il 01/02/2011 09:18
    Bhe, che dire, l'olocausto coi tuoi occhi ha dell'interessante
    lo stile è valido
    i versi corti, ma intensi

    Felice scoperta caro Sandro, c'è stoffa a buon mercato...ciao
  • loretta margherita citarei il 31/01/2011 21:52
    apprezzata poesia, efferati i crimini commessi
  • karen tognini il 31/01/2011 21:07
    Bravissimo.. argomento trattato con versi in grande stile...
    l'ultima mia ha lo stesso titolo...

    complimenti
    k

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