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Alzheimer

Malattia atroce e crudele,
feroce divoratrice d'anima,
sterminatrice di ricordi
perduti nelle nebbie,
dentro silenzi profondi e bui,
sfruttatrice di corpi indifesi
che aggredisci e percuoti,
che diserbi di ogni amore,
che dei sogni svuoti.
Malattia senza dolore,
senza la pietà del dolore,
annienti ogni spazio,
confondi il tempo e la luce
di occhi perduti nel vuoto,
di labbra che più non dicono,
di mani che non accarezzano.
Malattia che non temi
nemmeno la morte,
fine prima della fine,
dimenticata anche quella.
Ti maledico e ti assolvo
altra arma non ho
che rabbia e perdono.

 

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2 commenti     2 recensioni    

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2 recensioni:

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  • Antonio d'Abbieri il 16/07/2015 21:51
    L'argomento trattato è così drammatico che bisogna fare una pausa prima di riuscire a parlare della bellezza dei tuoi versi. L'amarezza cozza violenta con la tua nitida radiografia poetica. Ancora una volta percepisco in te una sensibilità non comune. Il ritmo incalzante della descrizione fa intravedere la velocità dello sfacelo contro il quale nulla si può se non provare rabbia e perdono insieme.
    Molto apprezzata, Letta e riletta con attenzione. Complimenti meritatissimi.
  • Sergio Fravolini il 16/07/2015 21:08
    Come ti capisco... Mi dispiace

2 commenti:

  • Stanislao Mounlisky il 17/07/2015 08:43
    Versi molto toccanti su una malattia incurabile. L'Alzheimer dilaga soprattutto con l'avanzare dell'aspettativa di vita ed è diversa da caso a caso sia nel ritmo del declino sia nella trasformazione della personalità. L'argomento mi tocca da vicino: a mia madre è stata diagnosticata da due anni. Le medicine tengono a bada le devastanti allucinazioni iniziali e la frequenza trisettimanale di un ottimo centro della Asl specializzato per questa malattia si sta rivelando molto positiva. Io ringrazio Dio ogni giorno perchè mamma mi riconosce ancora.
    Ciao. Stan
  • adelaide guglielmi il 16/07/2015 21:41
    Il potere della poesia è trasformare sublimare il dolore. vomita pure tutta la rabbia che ti logora dentro, lasciala scorrere lenta o falla pure straripare fino a travolgerti nella sua folle corsa verso l'ignoto. Lasciala andare

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