Di fronte me l’impatto esistenziale si ridimensiona modellandosi come una scultura di cera,
incapace di sostare a lungo su di un volto sciolto e interrotto.
Il mutare delle percezioni eteree ed intime,
subordinate agli ordini superiori,
sincronizzano in minimalismi semeiotici.
I segni della natura sono dentro me,
mentre i disegni dei miei percorsi mentali ricercano in essa
la quiescente estetica melanconica,
così simile al mio sentimento.
In questo equilibrio di gravi sospesi e di ancoraggi ponderati è una spontanea lacrima a fare irruzione
come testimone dei contrasti appianati.
È piena di luce e di esistenza, di dolore, di pianto del mondo.