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Penombra

Ah, come vorrei che in questa notte
sovrumane onde mi stappassero
dal limbo mortale, in cui plantari
scuciti dal tempo annegano.

Ah, come vorrei che tu fossi
nel giglio profumato che la
finestra adorna, e i muti
viandanti innalzano pupille.

Ah, come vorrei che uragano
mi trasportasse oltre il vano
mi sentire nella quiete
dove l'anima comprende.

Ah, come vorrei che tu fossi
tra la galaverna che ammanta
i verdi trifogli addormentati,
e nel primo raggio di sole,
svegliandosi, lacrimano.
Quelle stille berrei, e, nel trionfo rossore,
il mio dolore come nebbia diraderebbe.

Dove sei amore?
Lontana un dollaro o nella penombra della camera?.

 

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4 commenti:

  • Franco Castelli il 19/03/2011 17:45
    Ringrazio del tuo passaggio, nonchè del commento.
  • Anonimo il 19/03/2011 15:39
    galaverna che ammanta (come se il ghiaccio volesse proteggere o manteenere instatto)... visione surreale... ma bella. Molto forte ma iena di sentimento, nostalgia complimenti farnco
  • Franco Castelli il 14/02/2011 09:29
    Anna, ti ringrazio per il gradito commento.
    Spesso la penombra ristagna o allarga quel misterioso sentire...
    Frà
  • Anna Raccardi il 14/02/2011 06:41
    CIAO POESIA MOLTO SENTITA, FRASE BEN COMPOSTE TRASMETTE EMOZIONE BELLISSIMA COMPLIMENTI

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