username: password: dati dimenticati?   |   crea nuovo account

Poesie di Alfonso Gatto

Ti piace Alfonso Gatto?  


Pagine: 12tutte

Ogni uomo è stato un bambino

Ogni uomo è stato un bambino
pensate - un bel bambino.
Ora ha i, baffi, la barba,
il naso rosso, si sgarba
per nulla... Ed era grazioso
ridente arioso
come una nube nel cielo turchino.
Ogni uomo è stato un monello
pensate - un libero uccello
tra alberi case colori.
Ora è solo un signore
fra tanti signori,
e non vola,
e non bigia la scuola.
Sa tutto e si consola
con una vecchia parola lO SONO.
Chi è?
Ditelo voi, bambini ignari
che caminate con un sol piede sui binari;
e scrivete abbasso tutti
gli uomini brutti.
col gesso e col carbone
sul muro del cantone
Ditelo voi. bambini. EGLI E'...
... un gallo chioccio che fa coccodè!.

   0 commenti     di: Alfonso Gatto


L'erba

L'erba, il silenzio, il muovere dell'ombra
Soli, nel pianto tuo della mattina,
l'erba, il silenzio, il muovere dell'ombra
e gli steli del vento. Il tuo sollievo
è di vederti calma nell'attesa
ch'io giunga da lontano, il tuo riposo
è la speranza d'incontrarci a sera
per caso in un inverno.
Lasciarti per sparire,
per essere il tuo cielo dove guardi
senza rimorsi, avere il tuo rimpianto,
la tua memoria, le tue mani vuote...
Forse è più dolce piangermi che avermi.

   5 commenti     di: Alfonso Gatto


Il bambino di gomma

Melampo era un bambino
di gomma e cancellava
i passi che segnava
mettendosi in cammino.

Era di gomma rossa,
tondo come una palla,
e stava sempre a galla
nel bagno, e senza ossa

dolce, tenero, buono,
scendeva dalle scale
senza mai farsi male
saltando dal balcone.

A scuola era bocciato,
sempre il quaderno bianco!
Eppure era il più franco
a scrivere il dettato.

Scriveva e poi cassava
con la mano di gomma,
i numeri, la somma,
le lettere, e tornava

a scrivere, a cassare.
E sempre zitto rosso
con tutti gli occhi addosso
senza poter parlare.

O povero Melampo!
Un giorno, detto fatto,
saltò su di scatto
e si bucò la pancia.

Fischiò come un pallone
sgonfiato d'ogni affanno
e visse senza danno
tappando col bottone

il buco della pancia.

Visse nel tempo antico
Melampo - ve l'ho detto? -
Fischiò col suo fischietto
premendosi a soffietto
il disco all'ombelico.

   2 commenti     di: Alfonso Gatto


Consiglio spassionato

Non date retta al re,
non date retta a me.
Chi v'inganna
si fa sempre più alto d'una spanna,
mette sempre un berretto,
incede eretto
con tante medaglie sul petto.
Non date retta al saggio
al maestro del villaggio
al maestro della città
a chi vi dice che sa.
Sbagliate soltanto da voi
come i cavalli, come i buoi,
come gli uccelli, i pesci, i serpenti
che non hanno monumenti
e non sanno mai la storia.
Chi vive è senza gloria.

   6 commenti     di: Alfonso Gatto


La partita di calcio

Boccaccio era il portiere,
il gran portiere giallo
della squadra del quartiere.
Stava all'erta come un gallo

sulla porta del campetto
alla periferia.
Diceva: << Qua sul petto,
ed ogni palla è mia >>.

Ma quel giorno, chi lo sa,
sbuca di qua sbuca di là
- Boccaccio attento! - pa pa
la palla è in rete. << Ma va,
ma va, Boccaccio, è uno >>.

Attento, di qua di là,
passa non passa, tira.
Boccaccio si rigira;
si tuffa - passerà?-
<<Qui non passa nessuno >>,
ma la palla è nel sacco.

E son due. Lo smacco,
i fischi, e poi sotto...
<< Salta a pugno, Boccaccio,
ma non la vedi dov'è,
salta, salta...>> E son tre.

E quattro e cinque e sei.
- Boccaccio dove sei?-
E sette e otto e nove
e piove e piove e piove
con grandine e con tuoni.

Quattordici palloni
nella rete di Boccaccio
poveretto poveraccio,
bianco come uno straccio
col berretto da fantino
ubriaco senza vino.

Quanti fischi! e poi << cretino >>,
<< pastafrolla >>, << posapiano >>,
<< tappabuchi >>, << moscardino! >>
Oh, quel povero Boccaccio
nella furia del baccano
si strappava i suoi capelli
e la folla dai cancelli
gli gridava: << Ancora, ancora >>.

Tutti tutti, ad uno ad uno
si strappò capelli e baffi
e poi schiaffi sopra schiaffi
si ridette per lezione.
Restò lì con la sua testa
tonda, liscia come palla.
<< Oh, son quindici con questa
- gli gridò dietro la folla -
tappabuchi, pastafrolla
vai a guardia d'un portone...! >>

E difatti il buon Boccaccio
col berretto e col gallone,
mani pronte e spazzolone,
oggi è a guardia d'un portone
dove passano persone
che fermare egli non può,
dieci venti cento e più.

   2 commenti     di: Alfonso Gatto




Pagine: 12tutte