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Poesie di Arthur Rimbaud

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Eternità

È ritrovata. Che cosa? L'Eternità. È il mare andato col sole.
Anima sentinella, mormoriamo la confessione della notte cosi nulla e del giorno infuocato.
Dagli umani suffragi, dagli slanci comuni là ti liberi e voli a seconda...
Poiché soltanto da voi, o braci di raso, il dovere si esala senza che si dica: finalmente.
Là, nessuna speranza, nessun orietur. Scienza con pazienza, il supplizio è sicuro.
È ritrovata. Che cosa? L'Eternità. È il mare andato col sole.

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O stagioni, o castelli

O stagioni, o castelli!
Quale anima è senza difetti?

Ho fatto il magico studio
Della felicità, che nessuno elude.

Evviva sempre, ogni volta
Che il gallo celtico canta.

Ah! non avrò mai più voglie:
Ha cura di lei della mia vita.

Quest'incanto ha preso anima e corpo
E ha disperso ogni sforzo.

O stagioni, o castelli!
L'ora, ahimé, della sua fuga,
Sarà l'ora del trapasso.

O stagioni, o castelli!

   5 commenti     di: Arthur Rimbaud


L'Eternità

È ritrovata.
Che cosa? L'Eternità.
E il mare andato via
Col sole.

Anima sentinella,
Mormoriamo la confessione
Della notte così nulla
E del giorno di fuoco.

Dagli umani suffragi,
Dai comuni slanci
lì tu ti liberi
E voli a seconda.

Poiché soltanto da voi,
Braci di raso,
Il Dovere si esala
Senza dire: finalmente.

Là nessuna speranza,
Nessun orietur.
Scienza con pazienza,
Il supplizio Ë certo.

È ritrovata.
Che cosa? - l'Eternità
E il mare andato via
Col sole.

   0 commenti     di: Arthur Rimbaud


Lavando il parabrezza della mia auto

Bambine che si vendono sui marciapiedi.
Bambini con la mano tesa al semaforo.
Cani abbandonati.
Uomini con le tette che si esibiscono sotto i lampioni.
Uomini senza palle che vendono droga all'angolo.
Bambini nei cassonetti e immondizie per la strada.
Scippi, rapine e risse.
Ragazzini che fumano e sputano sui muri.
Vestiti tutti uguali e pensieri tutti uguali.
Ubriaconi alla guida che vanno a tutta birra.
Pensavo che lavando il parabrezza della mia auto
tutto questo sarebbe sparito.

   10 commenti     di: Arthur Rimbaud


La mia bohème

Me ne andavo, i pugni nelle tasche sfondate;
E anche il mio cappotto diventava ideale;
Andavo sotto il cielo, Musa! ed ero il tuo fedele;
Oh! quanti amori splendidi ho sognato!

I miei unici pantaloni avevano un largo squarcio.
Pollicino sognante, nella mia corsa sgranavo
Rime. La mia locanda era sull'Orsa Maggiore.
- Nel cielo le mie stelle facevano un dolce fru-fru

Le ascoltavo, seduto sul ciglio delle strade
In quelle belle sere di settembre in cui sentivo gocce
Di rugiada sulla fronte, come un vino di vigore;

Oppure, rimando in mezzo a fantastiche ombre,
Come lire tiravo gli elastici
Delle mie scarpe ferite, un piede vicino al cuore!

   7 commenti     di: Arthur Rimbaud




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