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Lavandare

Nel campo mezzo grigio e mezzo nero
resta un aratro senza buoi che pare
dimenticato, tra il vapor leggero.

E cadenzato dalla gora viene
lo sciabordare delle lavandare
con tonfi spessi e lunghe cantilene:

Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l’aratro in mezzo alla maggese.

 


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4 commenti    

4 commenti:

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  • Maurizio Cortese il 04/10/2011 17:46
    Rimpianto d'amore nella fatica quotidiana, nelle parole che suonano.
  • il 17/08/2011 18:57
    E poi bisogna anche intendersi di agricoltura, di sovescio e di riposo dei campi per capire il significato di questo "maggese" e di questo aratro che può starsene lì, in mezzo al campo, inutilizzato. Infatti, nessuno andrà su quel terreno lasciato a riposo e quell'aratro non darà fastidio a nessuno. Davvero una chicca che si intona con l, e Bucoliche di Virgilio!
    E poi questo intermezzo delle "Lavannare" che rende più autentico e dolorso questo quadretto agricolo che descrive la quiete e l'abbandono!
  • il 17/08/2011 18:52
    Una poesia stupenda del Pascoli dove sentimento e nostalgia la fanno da padroni. Sono un appassionato della poesia del Pascoli. Vi sono molti lati di questo autore che convivono in me. Sono dubbioso sulla trasmigrazione delle anime, ma se fosse una cosa concreta Pascoli ha scelto il mio animo per rivivere.
  • Andrea Vitali il 14/12/2009 17:41
    È la mia preferita!! Ho provato un senso di solitudine totale quando l'ho letta la prima volta!