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L'insonnia di una notte d'estate

Mi sono messo a giacere
sotto le stelle,
una di quelle
notti che fanno dell’insonnia tetra
un religioso piacere.
Il mio guanciale è una pietra.


Siede, a due passi, un cane.
Siede immobile e guarda
sempre un punto, lontano.
Sembra quasi che pensi,
che sia degno di un rito,
che nel suo corpo passino i silenzi
dell’infinito.


Di sotto un cielo così turchino,
di una notte così stellata,
Giacobbe sognò la scalata
d’angeli di tra il cielo e il suo guanciale,
ch’era una pietra.
In stelle innumerevoli il fanciullo
contava la progenie sua a venire;
in quel paese ove fuggiva l’ire
del più forte Esaù,
un impero incrollabile nel fiore
della ricchezza per i figli suoi;
e l’incubo del sogno era il Signore
che lottava con lui.

 


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5 commenti    

5 commenti:

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  • maria angela carosia il 20/03/2016 17:39
    Lirica molto piaciuta
  • Laura cuoricino il 03/07/2010 14:39
    Bellisima descrizione della notte..
  • Andrea Arvati il 01/03/2010 17:23
    quanto è bello narrare la notte e le sue forme nascenti dall'oscurità...
  • Anna Maria Russo il 08/01/2010 07:55
    bella
  • Veronica Crispino il 26/03/2009 22:41
    L'immagine del cane è stupenda. Adoro questa poesia di Saba.