Campania,
il Vesuvio troneggia,
nelle acque del tuo mare si pavoneggia.
Di palazzi e fontane sei meraviglia.
Siti di reperti antichi sono tanti,
invidia fai a tutte le genti.
Come poche di bellezza,
l'immondizia è tua tristezza.
Alza il capo,
scuoti il petto
che il popolo tuo possa tornare
di te fiero ed eretto.
Nel cuore dell'Inverno
pungente
mi accoccolo
vicino al camino
mentre lingue di fuoco
danzano nelle traettorie
lievi dei pensieri.
Nel cuor dell'inverno
stringo a me
i ricordi del passato
come statuine
preziose di
porcellana.
Fuori il vecchio abete
torna a scintillare
di galaverna
e luci colorate.
Ritrovo piccole
cose familiari
gesti semplici
nel loro abitacolo
di felice
Venere tra i sogni più sognati
Tra stelle come candele
Mangiare fiocchi di nuvole
bevendo stille di cometa.
Viaggio senza ritorno
con bauli di speranze
dove il sole non andrà mai a dormire.
Il tuo arrivo,
nel prato della vita,
per tua madre
è palpito di gioia,
arcobaleno di promesse.
Trepida ti guarda
mentre tu, serena,
succhi al suo fiorente seno.
La tua nascita è miracolo
rinnovato dell'amore.
Tu sei stella rilucente
che fa risplendere,
di nuova speranza,
il cammino della vita.
Hai donato ogni livido
del tuo volto tumefatto
a chi ha sete di giustizia.
Hai gettato in faccia
a chi ti ha percosso
ogni tua lacrima di dolore.
Il tuo viso accusa,
il tuo corpo grida,
la tua anima piange.
Polverine bianche
per occultare il mal di vivere
dovrebbero spingere all'abbraccio
e non alle offese e alle percosse.
Perdonateci voi per le strade
in cerca del vostro par
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