Immobile
sopra un letto di acuminate lame
che trafiggono la mia vita e la mia morte
intento a guardare il soffitto
in una spirale di pensieri sinistri
delusioni e amarezze
che gira vertiginosamente su se stessa
spandendomi lacrime
che dagli occhi scendono
e si allargano a macchia d'olio
sul rosso mio viso
irritato come l'anima mia.
E l'anima sputa e brama sangue e fiele
assetata
Solo davanti allo specchio
sono io, sono bambino,
ragazzo e vecchio.
Costante mutazione
e sensazione di fragilità,
illusorio isolamento momentaneo
attimo di eternità.
Capisco e sento
per sentire e capire
nonostante distorsioni
nell'istante,
sono conduttore e conduco
onde, fuscello presente!
Nel ruscello, tra purezza
e macchia, es il divenir.
Pur soffrendo
lo sferzare
della pioggia,
conservo
nell'intimo
un fazzoletto
di terra serena,
sempre baciata
dal sole.
È li che
si asciuga
il mio spirito
affranto.
Viaggiano i miei pensieri
come treni nella notte
in un oscuro tunnel
tutt'attorno buio solo
vacilla la memoria
la mente trema
non li potrò fermare
binari sconosciuti
ignota la stazione
Rabbia
Scorre violenta
Cieca disperazione
Colpisco con furia la mia ossessione
Infantile desiderio
Da sopprimere.
Piango al mio funerale
Assaporando equivoche lacrime
Osservo coloro che ho accanto
Testimoni inconsapevoli
Sigillo parole vuote
Seppellisco ricordi inutili
Le mie mani sono sudice
Imbrattate d'odio
Impronte ovunque
Calchi d'anima
Copie di un usuale amplesso.
Svincolata
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