Quando s'accorse
che stava inseguendo una bellezza che non esisteva
disse basta
ora la invento io
dalla memoria del suo corpo uscì una giovane donna vestita a festa
Rido,
mostrando rughe mai viste,
ascoltando il vento, inseguire
le prigioni del tempo.
Rido,
dei sapori e dissapori
posti, sul baratro della pazzia
seduto su ali d'argento.
Rido,
dei Saggi e dei Poeti
che, pensano di mutare il mondo
con lacrime d'inchiostro.
Rido,
sgomento e solitario,
stanco di battaglie perse,
con un Dio, all'apparenza distante,
- che piange -.
Ho sempre vissuto l'inizio
con l'ingenuità di un bambino
che aspetta il Natale
come se quella festa non
dovesse mai finire
e rivivono in sequenza tutti gli
addii della mia vita,
alla fanciullezza,
al mio passato,
alle persone che ho amato.
Gli amici che ho letto
all'inizio con curiosità
sono diventati una parte
della mia vita con naturalità.
Entrare,
è come varcare la soglia
Col letto che mi pretende,
alla ghiotta luce dei sogni che i morsi allenta
prediligo talvolta il prediletto tetto,
nell'ululato ove luna di latte spaventa.
Una goccia di pioggia
solca il mio volto,
mentre un sospiro del vento
ne spegne il sorriso,
lasciando il mio cuore a sognare,
tra rami cosparsi di gemme.
Da quando tempo non incontro
il tuo sguardo?
E so che ci sei;
ma non riesco a vederti...
Perchè cammino nel buio,
seguendo i tuoi passi.
No, non ho paura del buio,
ma di perdere i sogni,
questo si!
Ma mi aggrappo a
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