Non c’è cielo
che riesca a specchiarsi
nell’acqua fangosa ove affondano i piedi.
Prone, in file parallele,
avanzano sguazzando,
le mani vescicate ad artigliar le erbacce,
un unico esercito in parata,
impeccabilmente misero.
Nel sole che dardeggia,
fra gli sciami di irritanti moscerini,
ogni tanto s’alza un canto di speranza disperata,
di riscatto di una dignità derisa,
lordata
Sedute sugli scalini,
ascoltavamo di nascosto
dietro le imposte accostate,
lei, la sua voce,
la maga
che leggeva le carte
e il futuro, senza luce.
Ricordo i visi tristi
di chi arrivava,
l'odore del caffè che si spandeva,
e chi entrava dentro un sospiro avvolto,
sembrava più felice, quando usciva,
dicevan che il malocchio aveva tolto.
Medium e sensitiva, rubiconda,
sembrava quasi u
Sono il medico del cuore
Ma... non curo sol l'amore
NO... non curo i sentimenti
ma neppure il mal di denti!
Solo se hai l'ipertensione,
puoi far la prenotazione..
Se un po' soffri di dispnea...
ti do pillole... una marea!
Se ti vedo in sovrappeso,
Io ti dico... ma... sei obeso!
E... guai... se fumi una stecca.
ti assicuro morte secca.
Ma,... no tu... non ti allarma
Non è altro,
de lo mastro cuoco,
una de le sue basi,
co farina, mentuccia, lievito
e no poco de fantasia.
Lo tutto se impasta,
se fa crescere
e poi se stende,
e con esse pizzette
su olio bollente se danno.
Se ponno già magnà così,
ma che mastro sarebbe
se le lascerebbe
senza no bono condimento?
Al primo cenno di materna face
s'anima il bosco, splende la pianura.
Il contadin si leva, il mondo giace;
odierne cure attende la coltura
nei campi, tra sudori mattutini.
Contemplano il lavoro gli uccelletti,
smaniando per i semi, i quieti equini
e i sauri sovra logori muretti.
Come alto rito si consuma, attento,
lo sforzo degli onesti laboriosi
che impiegano speranza e sentimento
a
Questa sezione contiene una raccolta di opere su lavoro e mestieri