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La tragedia della mia generazione

Fisso nel fuoco i mie occhi,
in quelle fiamme rivedo un passato mai vissuto
chitarre infiammate da dita agili e callose
droghe che disegnano poesie e colori
un vento magico che percuote il suo tempo

Distolgo gli occhi e precipito nella disillusione
vedo la mia generazione
vedo la sue mediocri ambizioni
soldi, una bella e finta famiglia
un'amante da cui accorrere nei momenti di noia

Osservo i miti della mia generazione
puttane dense di moralismo e dalla lingua straripante di stronzate
uomini stupidi, ignoranti ma di bell'aspetto
"artisti" che ripudiano la protesta e masturbano il sistema con quelle bocche sozze
criminali mascherati da politici e assuefatti di denaro


Scorgo gli anticonformisti
mocciosi egocentrici e saputelli
drogati vani, senza scopo, schiavi di ciò che loro stessi si iniettano
appassionati del 70' perché "allora si scopava"
romantici sciocchi e banali, ribelli senza ribellione

Infine mi appare chiara la tragedia della mia generazione..
chiara come il sole, sembra irreparabile e destinata ad inghiottirmi
sognare poco, male, senza magia

Eppure c'è qualcosa in fondo al tunnel.. la speranza della mia generazione
il violinista di strada, il tipo impacciato che scrive poesie
il buffone geniale, la ragazza con un ideale, il sognatore imbranato

Architetti di rivoluzioni

 

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1 recensioni:

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  • Gianni Spadavecchia il 11/09/2012 09:18
    Sei troppo intelligente, Marco, te l'ho sempre detto. Incredibili versi.

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