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Capriccio biologico

C'è una certa tirannia
nel destino che vince.

Sufficientemente furbo il cervello
cerca specchi e ci accoglie
nella sua casa grande
ma non enorme.
Come zerbino c'è il filtro
per l'olio degli antichi frantoi
e dentro un rumore
pazzesco assordante
Ricorda il mare
un po'
e la balena di Giona.

Eppure nonostante tutto
quel trambusto
vorrebbe il cervello
una certa intimità con noi.

Così di fronte al desiderio
si torna ad essere antichi
e ci si adopera per costruire
un passato sintetico
poi che è rara
veramente rara
la vita profonda

Ma
volendo essere sintetici
si potrebbe perdere la passione.
Questo il cervello lo sa
e si arrabbia tantissimo.

E
nel destino che vince
troviamo noi la nostra
distanza.

 

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2 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Rocco Michele LETTINI il 09/09/2012 11:18
    Dal cervello... un sennato giudizio... IL MIO ENCOMIO ROBERTO

2 commenti:

  • Grazia Denaro il 09/09/2012 08:58
    Sentimenti intrinseci che ognuno di noi non può comandare a piacimento, quindi è il cervello ed il cuore a comandare senza pianificare, con ciò che sente biologicamente o a pelle. I due organi non si lasciano condizionare dalla razionalità.
  • Anonimo il 09/09/2012 07:44
    Cervello, desiderio, vita profonda, passione eppure un MISTERO ci sfugge: quel destino tiranno per cui nulla si può pianificare e mai si ha certezza, ma forse il bello della vita è questa sua imprevidibilità.

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