Nella luce giusta
e giù sto io piccolo
alle radici di gradini di cemento,
come delle piante possenti,
sento l'abbraccio chioma di chi ama e amo
e le ombre coprono ma di luce
nello stupore proprio di orologi fermi.
Muovo l'impazienza bussando al rimpianto
già con l'indomani a crescere i vestiti alle fermate dei bus,
pianto la commozione con qualche lacrima
ma domani,
perché in quell'oggi a due mani in coscienza era presa la scienza
gettata in magia,
e quegli occhiali in risa scorrere ai finestrini la malinconia.
lacrimo spremuto tra le olive dell'Olivetti non più cucciolo
che non è olio ad uscire ma luppolo
tra l'asciutto e il bagnato delle attese
due piccini io e lui coi piccioni sul lampione a lasciar sorprese
prese insieme a lui sempre vecchio giovane in motorino,
dolce nonno Rino.
l'autore Simone Scienza ha riportato queste note sull'opera
Al mio dolce nonno Rino che da ieri ormai è un ragazzino di 86 anni