Dentro un universo empirico questo cielo ci fa da soffitto
ci preserva dall'ignoto come rondine sul tetto.
Ci sono tante stelle con un posto già assegnato
e ci fanno immaginare un equilibrio preordinato.
Io riesco a idealizzare un altro mondo parallelo
ricoperto e poi protetto dallo stesso nostro cielo
dove io posso vedere con limpida chiarezza
camminando occhi a terra neve eterna di una vetta.
Ma se poi la faccia opposta della luna vai a cercare
cosa semplice è raggiungerla solo io posso vedere.
la difficoltà si ha quando tu lo devi raccontare
che la gente non ti crede e ti spinge a rinunciare.
Allor io che cosa faccio col mio fiuto da segugio?
Mi allontano dalla massa cercando il mio rifugio
che mi possa consolare se qualcosa non mi va
e mi aiuti a ritrovare la perduta dignità.
Mah, chissà se questo posto è reale o immaginato,
se sta al centro della Terra o in qualche punto del creato
o se invece è fantasia, invenzione della mente
se è concreto quel che vedo o se invece non c'è niente.
Io vorrei classificare una persona in forma giusta
non da quel che ha guadagnato ma da quanto è stata onesta,
un parametro più umano ed insieme più sincero
non dipende dalle storie un giudizio lusinghiero.
Se noi nel nostro essere ci mettiamo tanto ingegno
che l'attività e l'amore vogliono anche tanto impegno
per poter immaginare un mondo facile e perfetto
così semplice da scrivere fatto a forma di fumetto.
Non lo so se poi esiste questo strano mio universo
dentro il quale mi abbandono e mi piace essermi perso,
so soltanto che quel sole che ci scalda coi suoi raggi
rende uguale stare fermo o spostarmi in mille viaggi.
Lui mi dice che ogni giorno stai vicino al precipizio
però poi continuo sempre cominciando dall'inizio.
Io voglio camminare andando a piedi fra la gente
inventandomi un percorso che esista veramente.
Vorrei sapere se
tutto ciò che ho immaginato non esiste oppure c'e.
Vorrei sapere se
alla fine del mio viaggio riuscirò a vedere te.
Vorrei sapere se
questo tempo ingarbugliato ha uno spazio anche per me.