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Sublime mi sciocca l'oro in bocca

Non mento al mio elemento
lasciando all'asciutto lo sgomento
nuoto nell'acqua assorta
vedendo un po' dove mi porta oltre la porta

e non la fame tocca la mia bocca
o la sete a farmi capire perché siete,
tali e tanti levitanti voi pensieri miei lievitanti,

manipolarsi e manipolarmi tra le mani
fino all'abbandono d'ogni forma racchiudendole tutte,
bambole turbanti conturbanti con un sol fine,
sedurmi nell'incontro coi miei desideri.

Ad esca mento ma senza successo,
pescato come un pesce infatuato dal suo stagno
m'accorgo dell'oro, loro le mie opportunità
slegate dalla libera fantasia,

che a volte la realtà è più sciolta,
quando lega con un laccio il braccio del fattibile
rivelando a piene vele le rive della meta
velando di sabbia le vie d'una rabbia concreta.

 

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