Ella m'apparve un dì che stavo in pena
per il sentor d'un mal passato
a far de vita mea un errante abbaglio.
Videmi, forse no poco smunto
et al pallor de la guancia mea
d'appresso me s'accostò
et soavemente dimandavami
qual fosse il mal per cui stentavo.
Alzando l'occhi mia e veder lo Sole
fù cosa si grandiosa et bella
che già lo stento mio scomparve al vento
che folando entrò nel piccolo cortile.
Poggiato stavo al bordo de stò pozzo
che lesto me comparia lo mitico ricordo
de fiabesco loco del desiderio accolto.
Pur non dimandavo a si gentil madonna ne lo nome
ne lo casato, m'arrise forse la fortuna?
Ella pur incantevole et de beatitudine rara
assai, videmi et a me venne vicino
con qual coraggio la potei mirare s'entro di me stava lo subbuglio?
Tutto parea come d'incanto illuminato et terso
e fù lo sguardo suo pien de passione
a metter pace allo mio tremore
Or si che rimiravo Amore
or si che lo suo remedio curommi ogni malore.
Bastò quel viso et quel suo guatarmi addentro
per esser pronto at volontate sua.
Or si che me si apriva el core
fin sulla bocca mia che più stentò il parlare
e dissi a quello Sole
che mai io stetti in si benedicente stato
Tremulo ma potente
l'Amor avvolse li nostri cuori
in soavitate canto
a declinar quelle parole che stanno
avvolte et rinchiuse nello nostro core.