Gli spasimi d'un sogno massacrato
ci guidano tra i solchi della terra,
i passi all'ombra sterile del Fato.
Il vento ingrassa i fumi della guerra.
Spavaldo, sopra i servi, siede il Solo
tra i tavoli d'eccessi apparecchiati.
Cinereo il cibo, freddo quanto il suolo;
di pietra i suoi ridenti convitati.
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Anonimo il 27/10/2012 15:26
Un testo poetico incisivo nell'esprimere, con metafore calzanti, una realtà dolorosa e dura che pare proprio essere sempre attuale e su cui resta inutile continuare a riflettere. Questa pubblicazione mi ricorda nella stesura, pur con stili differenti, le MIE due, recentemente composte e pubblicate su P. R, "ISOLAMENTO" e "BAR DI PERIFERIA", liriche intrise di riflessioni amare, veritiere e di denuncia sociale. Complimenti e grazie per l'attenzione sincera che mi dedichi. Sereno week-end da un poeta-amico.
grande e coinvolgente profondità nei contenuti, stupenda capacità di sintesi e di comunicazione, mirabile uso della lingua scritta, geniale espressività del componimento: da tutto ciò emerge il piacere della scrittura e nasce il piacere della lettura, se non fosse per quella costante amarezza di fondo che rende un po' tristi... ma comunque più riflessivi