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A chi è già là

Due novembre Il giorno del ricordo
Eppure voi siete qui con me ogni giorno
Vi ritrovo dentro lo specchio nelle mani che mi avete lasciato
Nel timbro della mia voce inutile negarlo voi siete me
Io sono voi messi insieme nei capelli negli occhi
Mi alzo di notte quando vi sento arrivare
Guardiana di un sogno
Chiudo la porta da cui non vorrei farvi più uscire
Il giorno danza e torna ad aprire e a ricordare che
La vita passa con i suoi alti e bassi e lascia a chi resta
Il peso della morte che non abbiamo vissuto
Chi ci abita e la conosce non la teme quanto un vivo
Non la cerca quanto chi la teme
non la ama quanto chi la fugge
E se davvero esiste un posto dove ritrovare tutto
Quello che abbiamo perso
Deve essere una stanza senza pareti
Dove giocano sereni tutti i nostri ricordi
La tomba ha bisogno di essere sistemata le pareti e
L'intonaco sembrano come il mio cuore
Hanno crepe che nessuna carezza potrà più colmare
Una pianta da annaffiare
Ho visto una mamma accarezzare un angelo
Avrei voluto morire
Ma andiamo avanti a noi il compito di ricordare
Forse regalarsi un po' di serenità sarebbe come regalarla
A chi è già là

 

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1 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Anonimo il 02/11/2012 10:27
    In effetti c'è questa continuità tra loro e noi, come sarà domani tra noi e gli altri.
    Una continuità che pone l'accento sulle cose che ci hanno unito e che magari non sempre abbiamo compreso prima, come adesso.
    Una poesia su cui riflettere, quanto meno sul senso del nostro essere.

1 commenti:

  • Antonio Garganese il 02/11/2012 07:11
    Testo molto vero: noi siamo il risultato di chi ci ha preceduto. La chiusa un vero insegnamento.

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