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Strettoie

Fremiti momenti indotti
da incondizionate condizioni
economiche razioni di ragioni
che sostengono
una muraglia di abnegazioni.

Una maglia intessuta
coi resti di ferro
di una battaglia persa
cosparsa di ghirlande
d'indecoroso e gonfio consenso.
Cerchi arrestati
in archi protesi
sospesi sul dorso più gobbo
dispersi in una spoglia di mesi
nel senso delle bandiere.

E poi, una mandata di arresi
a sconvolgere il fiato arso
sull'andato trionfo tumulato
dagli allori appassiti
dalle architetture isolate
dalle lingue morte
dalle scritture mute
invocando il tempo andato
sgusciando il tempo andante
che nutre i parassiti
su cui dormo.

Sono battuta da polveri e aliti minuti.

Artificieri dei collassi delle utilità
ammassi che arrestano gli istanti
catapultandosi sulle proprie abilità
come piccole pietre dure
nelle istanze incessanti dei corpi
buttati tra i malandati avanzi
nei loro rifiuti cumulati
dell'autosuggestionabilità.

Una pressione,
alcun passaggio.
Invasione dell'accettabilità.
E dei passati e dei passanti
è un rinnovato
transito nel tanfo del rimorso.

In Reality Metropoly nessuno sa quanto è profondo
si continua a scavare il fosso
preferendo telecomandare

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4 commenti:

  • Tinelli Tiziano il 21/02/2013 10:43
    é un po' "troppa".
    Buone le immagini... buone le assonanze... però un po' "troppa".
    Buona comunque... Ciao
  • denny red. il 19/11/2012 02:26
    Un via vai.. in lunghe strette larghe vie..
    Ottima Dafne!! Brava.

  • Alessandro il 18/11/2012 20:47
    Estrema introspezione nella frenesia metropolitana. Piaciuta
  • loretta margherita citarei il 18/11/2012 19:47
    apprezzata complimenti

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