Di schiena come la codarda sorte,
a volte, anche il sorriso ci sorprende;
il solo che, nelle albe più contorte,
al cuor dà sempre tanto e nulla spende.
M'aggiro per le stanze, ora deserte;
locali ammutoliti, vuoti e vani.
Maltempo da vetrate semiaperte,
eppure gli occhi vegliano, lontani.
Rubando istanti al tempo, ch'è nemico,
nel turbine di un battito di ciglia,
bagliori ambrati d'un riflesso antico,
sapori di remota meraviglia.
Scordandomi di un giorno freddo e ansioso
e di queste mie mani, un po' impacciate,
m'appoggio al vecchio piano polveroso,
sonando di memorie riabbracciate.