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L'ambiguità di un pensiero (scomodo?)

Serene urta e vitale riluttanza
di nubi contemplate tra discrezione
e presunzione, innocente latitanza
di un pensiero che fu azione;

amata urgenza, odiata urgenza,
ti nutri di sospensione... riecheggi,
privo di alcun pudore, quell'assenza
che disarmi, boicotti e proteggi

come la notte in cui la invitasti
e senza curarti, te ne vantasti;

mai fui così confuso tra l'affranto
dell'immaginarla e la speranza
che fosse l'ultimo pianto
per un verdetto privo d'istanza;

pensiero prestato dalla nostalgia,
usurato e usurpato da un'idea
un po' artefatta, un po' elegia
di come l'ambiguo diventi epopea

 

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