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El Vals de l'Obrero

-Sai, credo... sì sto bene!
Si trovavano al Botanique, non un giardino, ma da quel luogo sbocciò ugualmente qualcosa.
-Davvero, ho passato una serata molto bella, con te mi sento a mio agio. Non so, è come se ti potessi raccontare tutto, i miei pensieri, le esperienze, le mie seghe mentali... non so, con te sento di potermi esprimere...
Suonava una canzone degli Ska-P e la gente ballava, saltava, cantava, come rinchiusi in una bolla galleggiavano armoniosamente. Venivano cullati da onde colorate. Mario e Lucia erano lì da qualche parte, sulla stessa frequenza, Michele sentiva la loro vibrazione. Una sicurezza erano, una certezza che armava la sua volontà di coraggio. In quell'attimo era al bar, con una birra in mano, fra le dita una canna e i suoi occhi puntati su di lei. Giovanna. La strinse al petto, le accarezzò i capelli con l'altra mano e la baciò. Gli echi che provenivano dallo stereo si fecero sempre più lievi, i volti della gente iniziarono a sbiadire e lui intravide l'anima della ragazza dai grandi occhi verdi. Spogliate degli abiti, iniziarono a destreggiarsi in una danza mentre i corpi, armoniosamente, continuarono a sfiorarsi.

 

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