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Lacrime arboricole

Fragile e timida s'appresta
ad ammaliar la musica del vento
per raggiungere il suo gelido nucleo
incorporeo,
impalpabile, per poterne saggiare
la veridicità,
per poter provare ancora l'ebbrezza di
una giovinezza insabbiata
dal giallo pallore
che il Signore del tempo le ha dato.
S'appresta a saltare nel vuoto
per volare ancora una volta
sospinta dal soffio di un uomo,
per poter riprovar sulla pelle
la sensazione di un bacio,
la carezza del vento.
Ma il suo corpo fragile
muore,
e viene accolta da un amante segreto,
e ancora una volta rivive.
È autunno, mio amore.

 

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1 commenti:

  • Alessandro il 26/12/2012 15:02
    Un salto nel vuoto che porta alla dissoluzione di un amore, nel deperimento di un fragile autunno. Piaciutissima

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