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A mia figlia

D'estate ti tenevo tra le braccia
sugli arenili caldi delle spiagge,
e insieme cercavamo tra le rocce
conchiglie consumate dalle piogge.

D'inverno ti portavo sulle spalle,
fra sagre e ricorrenze di borgate,
per evitarti il bagno di una folla
che divorava rustiche crostate!

Ed ora mi sorprendo ad inseguire
i segni del tuo nuovo portamento,
soffrendo per quel lesto divenire
che suscita nell'uomo il sentimento.

Nell'aria sonnacchiosa del mattino,
fragranze che risvegliano la mente:
profumi di quel trucco sbarazzino
esaltano il tuo corpo adolescente.

Il tempo, intanto, vola via
e ti ritrovo donna all'improvviso,
tu che dissolvi la malinconia
dei giorni, spesso, avari di un sorriso.

Ma il cuore resta preda dei pensieri
e annaspa se la sera torni tardi,
in questa selva dove quei guerrieri
al buio ridiventano codardi!

 

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1 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Alessandro il 06/01/2013 22:39
    Preoccupazioni e nostalgie per una figlia che cresce, scoprendosi donna. Nella terza e nell'ultima quartina abbiamo esempi di genialità pura. Dovrei chiamarti Maestro.

1 commenti:

  • Anonimo il 08/01/2013 08:36
    mirabile lirica piena di sentimento... di nostalgie lontane verso un figlio ormai cresciuto mentre noi continuiamo ad esser bambini... ti capisco salvatore...
    ps leggo pochi commenti merita molto di più...

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