La tua voce acquerella un arabesco di colori salmastri,
scaglie di dolore si posano sulla tua fronte.
Se chiudi gli occhi, padre,
non vedrai gli alberi cristallizzarsi per il gelo,
ma onde spumose frangersi su scogli aguzzi,
il dipanarsi su fondali azzurri.
Se chiudi gli occhi
troverai la casa di tuo padre
e nel giardino gustosi frutti,
ritroverai chiassosi ragazzi
rincorrersi allegri nel rione
e fare capannello al banco atteso dei dolci.
Volti e voci,
grida e sorrisi
filtreranno dai cancelli del tempo,
percorrerai le strade con i tuoi fratelli
tra gli aromi di colorate piazze.
Padre,
io lo so che puoi sentire il mare anche se ne sei lontano,
che lo ritrovi in ogni angolo dei sogni
insieme alla tua giovinezza.
Io lo so che sai far volare alti gli aquiloni
se c'è il vento giusto e splende il sole
e che ritrovi l'entusiasmo di un fanciullo
di fronte al dolce
del tavolo imbandito
di tanti e tanti anni fa
quando c'era ancora tuo padre.
So che ti strugge la dannata nostalgia della tua terra
che a volte rende lontani i tuoi occhi,
ma lo sai
che io lontana dal tuo abbraccio
sento a volte lo stesso tuo dolore,
io un gabbiano che non vede il mare?