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E solo sentire, (e dov'è la libertà?)
Eccco che scrivo su questo computer,
illusione di scrivere in piena libertà.
Che in realtà scrivo per come
mi è stato insegnato
su questa tastiera, a una scuola che non c'è più.
Che in realtà scrivo delle lettere secondo
una convenzione standard, la lingua italiana.
E questa corrente illumina il dislplay del pc,
che arriva condotta da chissà dove e qualcuno
controlla quello che vado scrivendo.
Ma, quest' illusione
la l i b e r t à
si trasforma in realtà concreta
in un orgasmo di un attimo
vissuto con amore.
Nell'esatto istante in cui scrivo qualcosa
con codice condiviso il mio pensiero vola
mio sentimento all'universale agganciato,
alle persone che amo, ed odio
a chi mi sente a chi sento.
Che i sensi limitano l'essere,
in questo troppo e nulla avere
e non c'è niente di più condizionante
che lo studio di una tecnica,
e la sua applicazione.
È l'evoluzione.
Poi, via di fuga la fantasia,
l'aggancio, da una visione,
un sentire a un altro,
che è sempre una rete,
di repressione
o talvolta ma sempre più di rado
di aiuto e solidarietà.
Che anche a chi rinchiusi
in una prigione un metro per uno,
tenaci e coerenti con il proprio sentire,
e di chi vede calpestati i suoi diritti
sempeterni esempi di storia umana,
(mi sento larva in confronto, ma viva, evviva!)
col cuore, per una direzione condivisa,
la direzione per la libera espressione,
sensitiva, fa ritrovar identità.
Ci riporta all'istante
senza passato e futuro
proiettati in galassie lontane,
dove luci colori, deliri ad occhi chiusi
mi riportano qui schiavo ma libero,
nel rispetto di tu che mi leggi,
nel rispetto
e nella coerenza
della mia
e tua identità,
di come sento e senti.
E grazie
Che aver dedicato, tu
un attimo di attenzione
in questi tempi feroci, veloci,
metallici, ipertecnologici,
dove impera pazzia
per imposto disorientamento
da entità sovrannaturali per un solo scopo:
distruggere il genere umano...
E tagliare gli scarti,
come uno scultore col marmo
o per stupidità assassina
senza senso... a questa mia...
Che ogni minuzzolo
di entità viva
ha il suo valore.
Che quelli che gridono,
fuori dal coro,
silente talvolta
per compassione li ascolto
o li rifiuto come diritto,
e non ho più voce,
chiudo gli occhi,
provaci anche tu, è sentire.
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