username: password: dati dimenticati?   |   crea nuovo account

Lupo solitario ed i piccoli fumi d'un devastato destino

Lupo solitario
seduto sui suoi polpacci si acquattò per non farsi vedere dalle pallide ombre
del giorno
nella stretta gola degli zoccoli parlanti aspettava la voce di un nitrito selvaggio

Il ruscello dalle piume d'argento
non abbevera più la corsa dei bisonti
la montagna sacra è stata devastata da un occhio ciclopico

l'aquila bianca ha abbandonato ai fulmini il suo nido

I nostri grandi capi cavalcano nubi cariche di piogge
ma per il nostro popolo l'arsura è grande

i rari segnali di fumo sono dei cavalli dalle caviglie d'acciaio

il piccolo fumo non porta più pace al sacro silenzio dello sciamano

Le nostre squaw perse fra le tipiche pareti dei ricordi non intessono più coperte con raggi di luna ed i liberi profumi delle praterie servono pepsi-cola e gin fizz a curiosi affamati di scalpi

Il sole è diventato una feroce pallina dai denti d'avorio

gira sulla ruota della fortuna
da cui non puoi più
liberarti dal bianco giogo estraendo un numero fortunato

non hai più archi né frecce ma rossa polvere di civiltà nelle tasche

rimbalzando sempre in occhi dai diamanti sbagliati

che non smettano mai di danzare i nostri figli confinati da paludi e deserti

con lo spirito del vento

su tamburi lontani

senza riserva

 

l'autore Vincenzo Capitanucci ha riportato queste note sull'opera

Trattiamo bene la terra su cui viviamo: essa non ci è stata donata dai nostri padri, ma ci è stata prestata dai nostri figli.

Proverbio Masai


9
5 commenti     3 recensioni    

un altro testo di questo autore   un'altro testo casuale

3 recensioni:

  • Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
    Effettua il login o registrati
  • Anonimo il 17/02/2013 18:55
    Versi profondi, versi veri che suggeriscono un interrogarsi continuo che lascia, poi, il campo ad una presa di coscienza dalla quale non si può fuggire... Bellissima Vincenzo!!!!
  • Rocco Michele LETTINI il 16/02/2013 17:50
    Eloquente costrutto degno del tuo creativo... Hai sviluppato mirabilmente il proverbio Masai da te citato... IL MIO ELOGIO VINCÈ
  • Anonimo il 16/02/2013 12:44
    Quando l'uomo s'inventa il destino d'un altro uomo, succede che quest'ultimo non sarà più un uomo e che la terra dov'egli viveva non sarà più elemento di libertà e rispetto, ma di sfruttamento e di egoismo esasperato.
    Quello di cui hai ben parlato, riguarda la maggior parte dell'umanità, costretta a soccombere, alla brama di potere e di distruzione del ricco, a scapito della libertà e delle proprie tradizioni, con la scusa di uno pseudo progresso che non arricchisce, ma annienta.
    Bellissima Vincenzo!

5 commenti:

  • loretta margherita citarei il 16/02/2013 18:11
    e cosa lasceremo ai figli, se continuiamo lo scempio? profonda poesia cap
  • Anonimo il 16/02/2013 13:25
    un popolo saggio i Masai guerieri e pastori che rispettavano la natura, altrettanto saggi e rispettosi gli indiani d'america... che amavano ogni segno che la natura ci dava... purtroppo noi bianchi ancora non ci rendiamo conto di aver distrutto tutto... bellissima vincè su lupo solitario c'è una legenda tanto tempo fa mi sono dedicata ad alcune letture su questo meraviglioso popolo...
  • stella luce il 16/02/2013 12:30
    Davvero bella... la terfa è nostra madre...
  • Len Hart il 16/02/2013 12:15
    tema bellissimo!!! !!!!
  • Anonimo il 16/02/2013 11:45
    Torni a quella che è stata la fine degli Indiani d'America a causa di quel giogo bianco... ma si sente la denuncia per tutti gli altri uomini a cui hanno fatto perdere la dignità. Poni la speranza nei nostri figli nonostante le difficoltà... Grande Vincenzo!

Licenza Creative Commons
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0